VERAMENTE SALVI

Un conto è essere guariti e un conto essere salvati. Nel Vangelo della guarigione dei dieci lebbrosi di cui uno solo ritorna a ringraziare il messaggio è evidente: nove sono guariti ma uno solo è salvato… «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!». Come è comune sentire l’espressione “basta la salute”… Certo, star bene fisicamente è un dono grande, direi, grandissimo! Però, come è facile vivere in salute ed essere comunque sempre nella lamentazione, imprecando per ogni difficoltà, per ogni avversità, per ogni problema! Il più delle volte pare che lo star bene sia scontato e non debba essere occasione ordinaria di lode e di ringraziamento… La tradizionale preghiera del cristiano recita: “Ti adoro mio Dio, Ti ringrazio di avermi conservato in questo giorno”! Vivere, muoversi, parlare, mangiare, non sono mai e non devono mai essere funzionalità scontate… Questo insegna l’unico lebbroso guarito che torna a ringraziare Gesù e si sente dire: “sei salvo”! Chi impara a ringraziare, chi sa essere grato, chi è capace di volgere lo sguardo al cielo, sentendosi oggetto di amore e di cura è davvero salvo perché, anche nella prova che certamente primo o poi si presenta, sa su chi contare, sa in quali mani buone ha riposto la sua vita! Buona giornata

CHIESA: MEMORIA DELL’ESSERE UNA COSA SOLA

Se un bambino chiede: “Dove abita Gesù?”, che cosa risponderemmo? Non diremmo forse, immediatamente, “in chiesa”? Ecco: è bene che riconosciamo come tale risposta sia oggettivamente non sbagliata ma incompleta. Sì, perchè Gesù, primariamente, abita nell’uomo! In maniera chiara, ai farisei e agli scribi che lo contestavano per la reprimenda al Tempio, Gesù risponde: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». E l’evangelista chiosa: «Parlava del tempio del suo corpo». Chiarissimo: non è certo un edificio a contenere la vita di Dio… la vita di Dio scorre nella vita degli uomini! L’edificio materiale, la chiesa, non è altro che memoria plastica dell’assemblea liturgica! Entrando in chiesa, assaporiamo la presenza di Dio perchè ci mette in comunione con le membra del corpo di Cristo unite al Capo ogni volta che si ritrovano nel suo Nome… Celebrare la Dedicazione della Basilica Lateranense – ricordiamoci che il basilikè era il mercato, il luogo dove si svolgevano parti importanti della vita civile – è fare memoria dell’intera umanità – la cattolicità – nella quale è necessario riconoscere la presenza viva del Signore! Che bello se, ogni volta che celebriamo, il nostro cuore ci porta agli uomini e quando siamo con gli uomini ci porta alla celebrazione: Dio diventerebbe davvero lo snodo per rileggere tutto nella dimensione dell’unità e della bellezza! Buona giornata

 

p.s. Una preghiera per Aldo che con abbandono si è consegnato nelle mani della misericordia

COME AMA DIO

C’è poco da fare: ogni volta che mi metto in testa di mettere in pratica il vangelo, il Vangelo stesso mi mette con le spalle al muro. Il Vangelo non è un manuale da consultare per raddrizzare la nostra vita storta ma è la Buona notizia di Dio che ama l’uomo in una maniera tale che nemmeno con tanta fantasia possiamo immaginare… Oggi leggiamo queste parole dal Vangelo di Luca: «Se il tuo fratello commetterà una colpa, rimproveralo; ma se si pentirà, perdonagli. E se commetterà una colpa sette volte al giorno contro di te e sette volte ritornerà a te dicendo: “Sono pentito”, tu gli perdonerai». Mi dite che è in grado di fare una cosa del genere? La difficoltà più grande consiste nel fare i conti con il nostro orgoglio: l’idea che uno possa commettere ingiustizie ad oltranza e, di rimando, ricevere continuamente il perdono ci sembra una vera e propria presa in giro inaccettabile! La questione è che quando Gesù propone questa prospettiva non fa altro che mostrare il modo stesso di agire di Dio nei nostri confronti… Di fatto, si tratta di un atto di bontà perchè chiamati a condividere lo stesso modo di essere e di agire di Dio! Un grande dono! …altro che umiliazione Buona giornata

HA DATO TUTTO SE STESSO

Quando leggiamo il Vangelo non ci dobbiamo mai fermare alla prima impressione, a quello che è il significato letterale. La parola di Gesù ha un carattere sapienziale che richiede un’attenzione maggiore: c’è sempre una profondità che va oltre rispetto a quella che noi percepiamo nell’immediato.

Nel Vangelo di questa domenica Gesù non sta dando una lezione morale ai suoi discepoli del tipo: i ricchi nel dare molto della loro ricchezza danno il superfluo, mentre i poveri sebbene nel poco danno molto di più…  può essere vero, ma non sempre! Inutile istituire sempre lo scontro tra due categorie opposte di persone!

Gesù parla della relazione con Dio: con Lui o ci si gioca tutto o non conta niente! Non importa a Dio che facciamo delle cose buone: a Lui interessa il nostro cuore! A Dio interessa che non confidiamo più nelle nostre forze ma in Lui che ci da tutto se stesso! Questo rappresenta la vedova che mette due spiccioli che è «tutto quello che aveva» …

La vedova è proprio Gesù che non ha chi più lo ama, non ha più chi lo sposa, non ha più chi lo segue, eppure dona tutto quello che ha, la sua vita, per amore dell’amato… Non trattiene nulla per sé, non cerca di mettersi in sicurezza con i propri mezzi, ma si consegna totalmente nella fiducia completa al Padre.

Dobbiamo fare così anche noi? Non dobbiamo essere come i ricchi che danno solo il di più ma come i Gesù che da tutto se stesso? Ma sì, certamente… lo sappiamo bene! Ma ne siamo capaci? È possibile a noi metterci nelle mani di Dio che non vediamo se manco riusiamo più a metterci nelle mani di chi abbiamo accanto e ci ama?

Il Vangelo, proprio perché è Buona Notizia, ci dice che cosa Gesù fa per noi! Questo è l’annuncio che ci deve stupire e meravigliare ancora generando in noi una fiducia irremovibile! Lo crediamo?

VOLTI E NOMI NOTI

La Chiesa degli inizi era proprio una compagnia di amici! Nella Lettera di San Paolo ai Romani troviamo questi serie saluti ben dettagliati: «Fratelli, salutate Prisca e Aquila… Salutate anche la comunità che si riunisce nella loro casa… Salutate il mio amatissimo Epèneto… Salutate Maria… Salutate Andrònico e Giunia… Salutate Ampliato… Salutate Urbano e il mio carissimo Stachi… Salutatevi gli uni gli altri con il bacio santo. Vi salutano tutte le Chiese di Cristo». San Paolo chiama tutti per nome e, dichiarando il nome, fa capire che quelli che leggono sanno a chi si riferisce. Trovo questa dimensione straordinaria! Le nostre comunità sempre più anonime, dove non ci si conosce più, dove i volti sono appena appena conosciuti ma i nomi del tutto ignorati… La Chiesa non è la famiglia dove ci si ritrova con gioia e ci siede fraternamente, perdendo tempo nella comunione e nella pace: è sempre più un “centro commerciale” dove da individui ci si accosta al “bancone delle offerte” e si usufruisce di un servizio religioso, tutto nella maniera più veloce e frettolosa possibile… Non è, forse, questo anonimato che via via ha svuotato le nostre chiese in quanto luoghi asettici e privi di vita? Ricominciamo a salutarci per nome… ricostruiamo una vera vita di comunità! Buona giornata

 

p.s. Una preghiera per Benito che si accinge a bussare alla porta della vita piena