DISTINTI PER AMARE

Una raccomandazione che Dio rivolge a Israele e che, poi, Gesù riprende nel suo annuncio è quella di essere santi: cosa significa? Essere santo significa essere separato, distinto. A quale scopo? Per richiamare al mondo la chiamata di tutti alla santità. Quindi, la distinzione non è fine a se stessa, non è orientata all’accusa verso chi non è conforme, ma è una missione ad amare. Sì, perchè l’amore è possibile solo tra diversi! Chi è davvero santo, allora? Chi è separato dal mondo per amare il mondo più di se stesso! Vive per dare la vita al mondo! Qual è la tentazione che Israele ad un certo punto sperimenta? Quella descritta nel Libro dei Maccabei: «alcuni del popolo presero l’iniziativa e andarono dal re, che diede loro facoltà d’introdurre le istituzioni delle nazioni». Conformarsi al mondo è il peccato più grande a cui, chi è chiamato alla santità, incorre! Immaginare che amare il mondo significa mischiarsi con esso non è amarlo ma farlo morire… è come se per salvare uno che affoga ti butti nell’acqua corrente insieme a lui! Non può essere! Per salvarlo è necessario stare fuori dall’acqua e trovare la maniera per trascinarlo a riva! Chissà se come Chiesa non ci siamo un po’ troppo assimilati al mondo… Buona gironata

GUIDATI DALLA PAROLA

L’istinto di sopravvivenza ci porta a censurare il pensiero della fine, come se fossimo eterni, indistruttibili, incorruttibili… Nella modernità, poi, il pensiero della morte è proprio messo a margine con la strategia della sovra esposizione: la morte è sbattuta in faccia, quasi come uno spettacolo, una fiction, per poi essere banalizzata e fatta passare come una semplice comparsa.

Il pensiero della fine deve ritornare ad essere il caso serio della vita! La consapevolezza che non siamo eterni aggiusta non poco la prospettiva: per che cosa ci muoviamo, ci affatichiamo, ci sbattiamo? È tutto così necessario? La cura per un puro miglioramento della qualità materiale della vita è sufficiente? Perché sul nostro destino investiamo così poche risorse di idee e di tempo?

Nel Libro del profeta Daniele oggi leggiamo: «Quelli che dormono nella regione della polvere si risveglieranno: gli uni alla vita eterna e gli altri alla vergogna e per l’infamia eterna». Non è il caso di prendere in considerazione la possibilità che la vita possa essere vissuta come una colossale corsa al fallimento? Mi fa sempre specie quando si parla del destino delle persone care defunte in un’ottica scontatamente gloriosa… La possibilità di un fallimento è ancora contemplata?

«Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno», dice il Signore. Umanamene constatiamo la corruzione delle cose e del corpo ma la Parola di Dio garantisce che c’è qualcosa che rimane! C’è un detto che sostiene che prima o poi tutti i nodi arrivano al pettine: la vita materiale scende nella tomba e passa, ma la vita spirituale continua e non compie un salto di qualità indistinto… sarà così come noi l’abbiamo vissuta e alimentata!

Lasciamoci guidare e giudicare dalla Parola!

NIENTE PAURA

«Mentre la notte era a metà del suo rapido corso, la tua parola onnipotente dal cielo si lanciò in mezzo a quella terra di sterminio e riempì tutto di morte». Dovessimo leggere questo versetto staccato dal contesto ci sarebbe da stramazzare a terra dalla paura! Sono parole dal Libro della Sapienza e, leggendole attraverso la chiave cristiana, non è difficile riferirle all’incarnazione. Il venire di Dio è sempre letto dall’uomo come un avvenimento terrificante di giudizio e di morte! Il peccato non ha altro esito che la vendetta e la punizione. Per fortuna, però, il credente illuminato riesce ad aprire scenari del tutto differenti… tant’è che subito dopo viene detto: «Tutto il creato fu modellato di nuovo perché i tuoi figli fossero preservati sani e salvi». Certo che Dio viene a portare la morte in lungo e il largo, ma a che cosa? A tutto ciò che è opera del maligno! Dio entra a piedi pari contro tutto ciò che genera morte: dare la morte alla morte è il principio fontale dell’azione divina! Gesù viene nel mondo proprio per questo motivo! In questi ultimi giorni dell’anno liturgico la Parola di Dio ci fa riflettere sull’ultima venuta di Dio: le immagini sono sempre piuttosto forti e tremende… ma noi sappiamo come leggerle! Dio ci ama di un amore che non ha fine! Buona giornata

LA BELLEZZA CHE PARLA DI DIO

La diatriba sulla contrapposizione tra scienza e fede non è mai finita… Nei dialoghi con il mondo giovanile è all’ordine del giorno il rifiuto di Dio in nome del sapere scientifico: non c’è maniera per ragionare e discutere! Visto che Dio non si vede e non si tocca non lo si può conoscere e tantomeno definire! Tutto il pensiero teologico è cassato come pura mitologia… Devo dire, tuttavia, che nel mondo accademico, chi affronta studi di ordine scientifico, sempre più, esprime una rispettosa sospensione del giudizio… mi sembra un buonissimo auspicio! Lasciare aperta la questione di Dio è molto più scientifico che chiuderla aprioristicamente! Il libro della Sapienza suggerisce un approccio aperturista alla fede a partire proprio dall’osservazione della creazione: «dalla grandezza e bellezza delle creature per analogia si contempla il loro autore». Non credo che a fronte delle meraviglie che si contemplano nell’universo non sorgano domande che vadano oltre il desiderio di spiegarne l’origine e il funzionamento: c’è uno stupore che supera ogni analisi! È il senso, è la bellezza, che attira e istituisce una comunione con la creazione, al di là di ogni definizione… Questa bellezza di cui il creato è connotato, il nostro stupore per la bellezza, avranno pure una correlazione che predice a una origine comune! A me pare proprio di sì… Buona giornata

LA BELLEZZA DELLA NUDA VITA

Quanta sete di pienezza abbiamo! Ci pare di non essere mai pienamente paghi! Tutte le iniziative che mettiamo in atto sono volte a compiere i desideri che portiamo dentro! Il mondo, poi, ci riempie di proposte che ci attirano e  sembrano rispondere ai nostri bisogni… ma, alla fine, rimaniamo mai pienamente soddisfatti! L’anima del commercio si sviluppa attorno alle pieghe sotterranee dei nostri desideri e con il sistema delle illusioni riesce a catturarci e a farci sognare una pienezza che non può essere data dal mondo. Gesù ha spiegato questa dinamica con queste parole: «Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: “Eccolo qui”, oppure: “Eccolo là”. Perché, ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi!». Tutto ciò che è troppo accattivante e suadente ci deve fare insospettire: ogni evasione dalla nuda quotidianità non può che portarci al di fuori della verità! La gioia piena, la presenza di Dio, è da cogliere dentro la ferialità del nostro tran tran… La gioia piena è in profondità, non in superficie! Ha bisogno di tempo, di storia, di scelte, di pazienza, di tirocinio… Mai sfuggire da ciò che avviene, soprattutto quando ci fa soffrire… lì, credeteci, si sta preparando una gioia più grande! Buona giornata