L’IDOLATRIA DELL’IO

«Il re, sentendo queste notizie, rimase sbigottito e scosso terribilmente; si mise a letto e cadde ammalato per la tristezza, perché non era avvenuto secondo quanto aveva desiderato». Molto interessante: si tratta di una analisi psicologica limpidissima! Da dove vengono tutte le depressioni e le frustrazioni di cui siamo vittime? Dal fallimento dei nostri progetti! Sì, noi pensiamo che la storia debba andare nella direzione dei nostri voleri e delle nostre ambizioni ma così non è! La storia ha un corso dove la volontà di Dio viene prima di ogni cosa: l’uomo deve imparare a non idolatrare se stesso, pensando che il suo modo di vedere le cose sia il migliore e non sia contestabile… Purtroppo, in questo mondo senza Dio, tutti credono di dover spingere verso i propri desiderata, generando lotte, discordie, incomprensioni, tensioni… dove i più forti e i più determinati, una volta raggiunto il loro scopo, schiacciano e umiliano la parte perdente! È un gioco al massacro: una volta vince l’uno e un’altra l’altro… sempre tutti in competizione! Inevitabile, ad un certo punto, dentro questa dinamica, crollare! Gesù ci insegna che la vita è vocazione, è chiamata a collaborare all’opera di Dio: in questa direzione non c’è fallimento! Nemmeno la morte è fallimento… chissà quando lo comprenderemo… Buona giornata

DOVE ABITA DIO?

«Sta scritto: “La mia casa sarà casa di preghiera”». Se c’è una casa di Dio, questa è laddove si prega. Dirà ancora Gesù: “Dove due o più sono riuniti nel mio nome là sono io in mezzo a loro“. Dio pone la sua tenda in mezzo agli uomini che si mettono insieme per cercare una comunione profonda con Lui. È così che si supera la categoria del luogo sacro a favore della vita santa. Si parla infatti di “casa di preghiera”, ossia di Chiesa, anche riferendoci alla famiglia: la famiglia nel momento in cui vive nella ricerca costante della comunione è un luogo dove Dio pone la sua tenda. Quando non c’è comunione non c’è preghiera e non c’è Dio… si possono fare tante cose, dire tante cose, ma di Dio nemmeno l’ombra! Gesù si arrabbia con il mondo religioso del suo tempo che illudeva gli uomini che il tempio, con tutti i suoi rituali, fosse segno di Dio: in realtà, c’era tutto fuorchè la ricerca di una comunione con Dio e con i fratelli! Il tempio era diventato il massimo segno dell’esclusione: potevano entrare soltanto i puri e quelli che avevano da offrire qualcosa… Chissà se l’uomo d’oggi può trovare case dove Dio ha posto la sua dimora! Chissà se noi lo stiamo trovando… Buona giornata

 

p.s. Preghiamo per Giacomina che, sazia di giorni, trona alla casa del Padre

UN PO’ DI TENEREZZA

Ho visto piangere mio padre e mia madre pochissime volte ma il ricordo è stampato  nella mia memoria in maniera indelebile: le lacrime sul volto di persone care scavano il cuore… Immagino la stessa cosa – forse di più – quando un padre e una madre vedono un figlio piangere… si contraggono le viscere e l’aria si fa rarefatta, manca il respiro! Oggi leggiamo queste parole del Vangelo di Luca: «Gesù, quando fu vicino a Gerusalemme, alla vista della città pianse su di essa». Mi vengono due considerazioni: da una parte penso ai sentimenti di Gesù… un uomo che ha dato tutto per rivelare il volto buono di Dio, lo stesso che ha guidato Israele fuori dalla schiavitù d’Egitto, e come risposta ha il disprezzo e il rifiuto! Dall’altra, penso ai miei sentimenti, di fronte a questo uomo che piange: c’è dentro anche un po’ della mia indifferenza, un po’ della mia resistenza, un po’ della mia negligenza… sento il bisogno di chiedere perdono! Di alzarmi e dire a Gesù: “Ti voglio bene! Grazie per quello che hai fatto e fai per me!”… Sentimentalismi inutili? Non so… Penso all’esortazione di papa Francesco che auspica una vera rivoluzione della tenerezza: sì, ci sto! Ce n’è davvero bisogno di tenerezza! Buona giornata

 

p.s. Una preghiera per Mario che si è spento dopo lunga malattia

MATERNITÀ DA SANARE

«La madre era ammirevole e degna di gloriosa memoria, perché, vedendo morire sette figli in un solo giorno, sopportava tutto serenamente per le speranze poste nel Signore», è l’encomio dell’agiografo del Libro dei Maccabei verso quella donna che per amore di Dio accetta il sacrificio dei figli in Suo onore. C’è da dire che l’atteggiamento può essere effettivamente equivocato: anche oggi, le mamme dei kamikaze islamici, lodano il Signore per il dono del martirio dei loro figli… e non è una cosa sana! Una riflessione, però, mi è venuta: come sono oggi le mamme nei confronti dei figli? Quanto sono visceralmente legate  al punto da non riconoscere la legittimità delle loro scelte autonome? Quante mamme non lasciano liberi i loro figli di sposarsi con chi e come vogliono… quante mamme vincolano i loro figli a fare scelte che siano corrispondenti ai loro desideri, pena musi e indifferenza… La mamma dei fratelli Maccabei riconosce ai figli libertà e autonomia! Soprattutto riconosce il loro dovere di rispondere in coscienza a quanto il Signore chiede loro! I figli chi devono seguire? La volontà del papà e della mamma o quella di Dio? Può darsi che un figlio faccia scelte che appaiono sconsiderate dal punto di vista dei genitori ma, dal punto di vista di Dio, cosa si sta preparando… Buona giornata

 

p.s. Una preghiera per Maria che improvvisamente ha chiuso gli occhi a questo mondo: li possa riaprire contemplando il volto del Padre

PER I NEMICI

Non si contano le persone che, lungo la storia, hanno virtuosamente dato la vita per qualcosa o per qualcuno: gli va reso l’onore che meritano. È bello vedere che ci sono uomini e donne che si dedicano con entusiasmo a delle cause particolari facendone la ragione della loro vita: penso a Gandhi a favore della non-violenza, penso a Mandela a favore dell’integrazione, penso a Palach a favore della libertà… penso anche a Pannella a favore dei diritti civili, penso a Rita Levi Montalicini a favore della scienza… Potremmo continuare l’elenco non so per quanto. Certamente avremmo delle osservazioni da fare a proposito di alcune scelte di campo: alla fine, ognuno ha lottato per una propria aspirazione, difendendo strenuamente le proprie idee contro chi era dall’altra parte. Leggiamo la stessa cosa nel libro dei Maccabei nei riguardi di Eleazaro: «mi mostrerò degno della mia età e lascerò ai giovani un nobile esempio, perché sappiano affrontare la morte prontamente e nobilmente per le sante e venerande leggi». Disposto a morire pur di non mangiare la carne di maiale… Di Gesù possiamo dire la stessa cosa? Io direi proprio di no! Gesù è morto per tutto ciò per cui nessuno è disposto a morire: per i suoi nemici! Non per i suoi principi, per i suoi discepoli, per chi gli stava a cuore… ma, al contrario, per chi aveva di fronte, indistintamente! Un abisso, direi… solo Dio può! Buona giornata