OBBEDIENZA

Ieri abbiamo contemplato la croce di Gesù… oggi contempliamo la spada che trafigge il cuore di Maria… sembra che tutti quelli che sono chiamati a realizzare l’opera del Padre debbano passare da un’esperienza di dolore e di sofferenza! Perchè non si può vivere una vita senza prove? Perchè Dio non toglie tutta questa fatica del vivere? La Lettera agli Ebrei ci dice qualcosa al riguardo: «Pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza da ciò che patì». Proviamo a riflettere: se la vita scorresse senza alcuno scossone, senza alcuna fatica, ci porremmo delle domande? Cercheremmo relazioni? Io credo proprio di no! Ci basteremmo… ci sentiremmo autosufficienti… vivremmo totalmente riversi su noi stessi! Il dolore mostra le falle della nostra umanità… invoca aiuto, senso, sostegno… provoca l’ascolto, la fiducia, l’abbandono e, di conseguenza, l’obbedienza! E nell’obbedienza c’è la sapienza più vera della vita: Gesù e Maria sono quello che sono perchè hanno attraversato le loro prove sempre in dialogo e in relazione con il Padre. È con questa testimonianza che sono una via di salvezza per noi! Ci mostrano che nell’ora della contraddizione, della dispersione, del tradimento, della ferita, l’unica strada promettente è quella della perseverante fiducia in Colui che tutto volge a salvezza! Maria è stata trapassata da una spada di dolore ma non si è fermata lì… ha perseverato per gioire con tutte le forze nella Pasqua del Figlio! Che meraviglioso esempio… Buona giornata

CROCE, LEGNO DI GLORIA

Il popolo d’Israele liberato dall’Egitto dalla mano potente di Dio si lamenta e gli grida contro: ha sperimentato in maniera tangibile la cura e l’amore di Dio eppure lo rinnega e lo accusa di indifferenza e persino di cattiveria… Lo stesso la folla che grida a Pilato di crocifiggere Gesù: ha sperimentato la sua misericordia verso i piccoli e i poveri, gli ammalati e li esclusi, ma in un attimo dimentica e lo fa mettere in croce… L’Amore gratuito è rifiutato, è impotente contro chi lo osteggia… ama ad oltranza ed attende la conversione. Ecco il senso di questo comando dato da Dio a Mosè: «Fatti un serpente e mettilo sopra un’asta; chiunque sarà stato morso e lo guarderà, resterà in vita». Il peccato è un morso del serpente, è un veleno che circola e porta male ovunque. Quando gli uomini sono infettati sentono l’odore della morte… Dio sta lì, sulla croce, come evidente segno e conseguenza del male: chi lo guarda comprende il proprio male e incrocia gli occhi pietosi di Dio che ancora offre il suo sangue perchè noi abbiamo la vita! La croce è segno eloquente della pazienza di Dio verso di noi… guardiamola: è il manifesto della nostra miseria e della sua misericordia! Buona giornata

 

p.s. Una preghiera per Marisa: affidiamola alla Maria, madre della Misericordia, alla quale era molto devota

 

SCOVARE IL MEGLIO

Quante volte un genitore si chiede fino a quando deve insistere con il proprio figlio su determinate questioni… non è mai facile entrare nella testa e nel cuore di un figlio e comprendere le ragioni di alcune prese di posizione… Un genitore cerca di scegliere la strada che gli pare più congeniale al bene ma non sa se è quella più adatta… La stessa cosa la provo anche io quando penso a come accompagnare al Signore le persone che mi sono affidate: non so mai fin dove insistere, fin dove cedere, fin dove calcare la mano e fin dove lasciar correre… è sempre un azzardo! Per qualcuno si indovina e per qualcuno no! Quando ci si trova a fare delle valutazioni ci sono soddisfazioni ma anche tante amarezze! Oggi abbiamo una considerazione di Gesù su un centurione pagano che ci può aiutare a cogliere lo stile più adatto nello sguardo sull’altro: «Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!». Lo sforzo che Gesù ci invita a fare è quello di andare oltre tutte le nostre categorizzazioni e osservare i lati più positivi e promettenti dell’altro! Tutti hanno del positivo da valorizzare! Non demordiamo nel nostro compito di accompagnamento: manteniamoci sempre vigili! Buona giornata

SE QUALCUNO…

In una relazione che si fa seria, ad un certo punto, viene da chiedere: “Ma io chi sono per te?”. Una ragazza, un ragazzo, una moglie, un marito, hanno bisogno di capire il proprio peso nel cuore dell’altro… È vero che uno lo può capire e desumere da tutta una serie di parole e di gesti ma l’esplicitazione diretta ha tutt’altro valore!
È così che Gesù, dopo aver vissuto un po’ di esperienze significative con i Dodici, sente l’esigenza di sondare la consistenza del suo impatto nella loro vita. A Gesù non interessano le relazioni liquide, tanto di moda oggi… desidera legami forti, totalizzanti, impegnativi! Non ovviamente per intenti possessivi ma per una vera incidenza salvifica!
Ritengo che a questo livello si giochi gran parte della crisi di fede oggi in atto: una fede fluida, di semplice facciata, di stampo tradizionale, di matrice identitaria, non riesce ad esprimere tutta la portata salvifica dell’opera di Gesù! Nella fede o si è radicali, ci si gioca il tutto per tutto, o non c’è ragione. Non è un caso che proprio a questo punto Gesù espliciti la sua proposta di sequela in una dinamica chiara di scelta: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua». Non c’è spazio per i “se” e i “ma”, o dietro a Lui o dietro a se stessi! È previsto uno strappo chiaro, un taglio dal proprio io… Non è imposto nulla: ma occorre scegliere!
Come non riconoscere che abbiamo tradito non poco questa esigenza evangelica! Abbiamo fatto del cristianesimo una paccottiglia di buone intenzioni e di belle tradizioni, ma lo strappo dalle nostre prospettive lo abbiamo lasciato nel dimenticatoio… La Chiesa ha paura di chiedere radicalità per mantenere una parvenza di presenza nella società… ma è questo che Gesù ci ha chiesto?

ASCOLTA CHI AMA

Quante volte ce lo siamo detti: una cosa è il sentire e un’altra l’ascoltare. Il sentire è una questione eminentemente acustica mentre l’ascoltare ha a che fare con la libertà: il sentire è di tutti, l’ascoltare è di chi lo vuole. Oggi nel Vangelo Gesù usa questa espressione: «Chi ascolta e non mette in pratica è simile a un uomo che ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta». Mi chiedo: è possibile ad una persona ascoltare e non obbedire? Assolutamente sì! Una tale scelta è ragionevole? Assolutamente sì. Ma, inevitabilmente, è un giudizio di merito sulla parola ascoltata! Significa che colui che ha parlato non è credibile! Ascoltare Gesù e non mettere in pratica la sua parola è precludersi una piattaforma sicura su cui fondare la vita: solo uno stolto può giudicare inconsistente la Parola di Gesù! È pertanto probabile che non abbia ascoltato ma solo sentito… Purtroppo mi duole affermare che la grande maggioranza dei cristiani è totalmente sprovvista di una vera conoscenza della Parola! Si conoscono i precetti, i comandi, le leggi, ma non la Parola! Si ha la percezione di essere schiavi esecutori e non partner di una relazione… ascoltare significa, in sostanza, amare… e viceversa! Chi ha orecchi, intenda! Buona giornata