RICONOSCERE IL RISORTO

Non c’è verso: Gesù appare a Maria Maddalena e poi ai discepoli ad Emmaus eppure, nonostante la loro testimonianza, gli Apostoli non credono! Devo dire che li capisco… paradossalmente è più facile credere alla risurrezione che al Risorto! Pensare che la risurrezione sia possibile e ragionevole fa parte del pensiero dell’uomo ma riconoscere l’effettivo compimento della risurrezione in una persona ce ne passa! Provate ad immaginare che vi si presenta un vostro caro defunto: voi ci parlate, lo toccate, ci mangiate anche insieme… poi, andate a raccontare l’accaduto a qualche vostro famigliare: che cosa penserà? Che voi avete le traveggole, che siete da ricovero! Fintanto che uno non fa esperienza personale del Risorto è difficile aderirvi con tutto il cuore. Alcuni elementi per il riconoscimento del Risorto non li dobbiamo assolutamente tralasciare: anzitutto il fatto che, nel racconto dei Vangeli, il riconoscimento è dato solo a chi ha uno sguardo innamorato; poi, il riconoscimento avviene sempre in correlazione all’ascolto e alla comprensione della Parola. Questi due elementi sono imprescindibili anche per noi oggi: per me l’esperienza più viva del Risorto è quella liturgica, non ha eguali… da lì, il riconoscimento diventa generalizzato! A partire dalla comunione con Lui nei sacramenti ogni realtà diventa epifanica! Apriamo gli occhi… Buona giornata

VIVIAMO NEL NOME DEL PADRE

Il Vangelo è la buona notizia che noi non siamo un’isola ma siamo una relazione, non siamo individui ma siamo persone, non siamo casi ma siamo figli! La nostra esistenza ha la consistenza in qualcun altro, non esistiamo come assoluti ma in riferimento a un altro! Questa cosa, il maligno non la può sopportare perchè è la via preferenziale attraverso la quale possiamo arrivare a Dio! Qual è, infatti, la tentazione radicale di ogni uomo: bastare a se stesso, affermarsi a tutti i costi, essere autonomo! Per che cosa è stato accusato Gesù? Per il fatto che agiva in nome del Padre! Se Gesù avesse agito manifestando una forza individuale nessuno avrebbe avuto da ridire… ma il fatto che si facesse Figlio di Dio era inaccettabile! La stessa cosa accade pari pari ai discepoli. In seguito al miracolo fatto al paralitico Pietro e Giovanni vengono arrestati e portati davanti al sinedrio e interrogati: «Con quale potere o in quale nome voi avete fatto questo?». Ecco qui il solito problema, la relazione! Gli apostoli non hanno alcun dubbio: «nel nome di Gesù Cristo il Nazareno». Troppo bella questa cosa: chi è rinato dall’alto sa che tutto è Grazia, tutto è dono! Ma il mondo non può capire… e condanna! Impariamo… Buona giornata

IL PIETRO DEGLI ATTI

Pietro era un uomo di mondo, un imprenditore. Aveva seguito Gesù non sull’onda di una crisi mistica ma grazie al fiuto per cui aveva intravisto nella figura di Gesù un leader capace di fare grandi cose. In sostanza, Pietro portava nel cuore desideri molto mondani e poco spirituali… Tant’è che quando Gesù accenna al suo destino inglorioso, Pietro lo prende in disparte e lo rimprovera: non bisogna mollare! Se ci sarà da combattere si farà, senza paura… guai cedere con spregevole arrendevolezza! Al Getzemani, Pietro taglia persino un orecchio ad un soldato: fino in fondo, un lottatore, un combattente! Poi, lo incontriamo nella narrazione degli Atti degli Apostoli e sembra di essere di fronte ad un altro Pietro… queste sue parole sono emblematiche: «Fratelli, io so che voi avete agito per ignoranza, come pure i vostri capi». Incredibile: ai responsabili dell’uccisione del Maestro offre come via di misericordia l’attenuante dell’ignoranza! È ovvio che nel cuore di Pietro è accaduto qualcosa: lo Spirito di Gesù lo ha inabitato e il criterio dell’evangelizzazione non è quello del giudizio e della condanna ma quello della offerta ad oltranza della riconciliazione, della conversione! Chissà se come cristiani di oggi siamo su questa stessa lunghezza d’onda… oppure sempre sul piede di guerra… Buona giornata

SALVEZZA INTEGRALE

La liturgia della Chiesa non è casuale: c’è un disegno preciso, un senso definito a tutto ciò che fa e propone! Così, il fatto che nel Tempo di Pasqua, si legga in maniera continuativa il Libro degli Atti, è per una motivo ben preciso: significa che Gesù risorto ora vive nella Chiesa, nella comunità dei battezzati che lo testimonia. È così che nella pagina che ci è proposta oggi vediamo Pietro e Giovanni che guariscono lo storpio che chiede l’elemosina davanti al Tempio: proprio come Gesù all’inizio della sua vita pubblica guarisce un paralitico, cioè rimette in cammino chi è fermo, così i discepoli reduplicano il miracolo per esprimere il loro totale riferimento al Maestro. La Chiesa non deve fare nulla di nuovo, non deve inventarsi chissà quale strategia di annuncio… deve semplicemente ripetere ciò che ha fatto Gesù! È splendido come è raccontato l’incontro tra Pietro e lo storpio: è tutto un gioco di sguardi, di attenzione, di cura, di interesse. E poi la novità: lo storpio allunga le mani come se dovesse ricevere ancora un elemosina che gli permettesse di tirare avanti ancora quel giorno…  al contrario, si vede annunciata la salvezza! «Nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, àlzati e cammina!». Questo è il miracolo: Gesù è venuto a portare una guarigione integrale… ce ne siamo resi conto? Buona giornata

L’OPERA DI DIO

Essere cristiani è semplice questione di scelta personale? Quasi che uno soppesi la proposta evangelica e razionalmente esprime la propria adesione? Direi proprio di no! Negli Atti degli Apostoli è chiarissimo che nessuno è cristiano in forza di una propria decisione ma per un atto della Grazia! Infatti, ad esempio oggi, leggiamo: «quel giorno furono aggiunte circa tremila persone». Chi è che aggiunge alla comunità? È lo Spirito santo! È davvero una buona notizia, questa: significa che nessuno potrà mai vantarsi di essere cristiano e nessuno potrà farsi arbitro per l’accoglienza o meno di un aspirante! È Dio l’anima di ogni partecipazione alla vita di fede! Se abbiamo un qualche barlume di fede consideriamo come esso sia un dono gratuito e strabordante di Dio! E chi non ha fede, significa che non è chiamato dalla grazia? Assolutamente no, ma certamente è probabile che non abbia alcun interesse per la questione di fede! Dio non forza mai nessuno… Quando penso a delle persone molto care che vedo lontane dalla fede mi assale un po’ di tristezza ma insieme la speranza di un inaspettato intervento dell’alto volto a integrare nella famiglia cristiana anche i più riottosi e indifferenti! Nulla è impossibile a Dio! Buona giornata

 

p.s. Una preghiera per Domenico che si è addormentato nel Signore