MAGI: ICONA DEI GIUSTI

Nel linguaggio biblico il contrario dei credenti sono i pagani: gli uni sono ebrei e li altri sono i gentili. Però c’è anche un’altra categoria: i giusti. Sono coloro che pur non essendo degli ebrei agiscono secondo Dio: sono degni di tutto l’onore e il rispetto perchè, pur non sapendolo, adempiono alla Legge. Bene: potremmo dire che i Magi di cui parla il Vangelo siano dei giusti: gente aperta a Dio, desiderosa di incontrarlo e servirlo. I Magi non arrivano a Gesù attraverso un percorso di testimonianza o di appartenenza religiosa: ci arrivano attraverso il desiderio (etimologicamente de-siderum significa riguardo alle stelle) ossia la luce che brilla nel loro cuore, la sete di Dio! Tutti gli uomini hanno nel cuore questo desiderio e cercano… come i Magi cercano dapprima laddove si dice sia presente Dio, la città di Gerusalemme, oggi la Chiesa… e forse trovano la stessa povertà di fede e di visone di allora… Grazie a Dio non demordono nella ricerca e giungono ad una mangiatoia e lì riconoscono il polo d’attrazione della loro ricerca! Che cosa fanno? Aprono lo scrigno del loro cuore e offrono l’oro… quello che hanno! L’incenso… il loro spirito… la mirra… le loro ferite… Il desiderio è compiuto nella resa a Colui che solo salva il mondo! Buona epifania

L’AMORE CRISTIANO

L’apostolo Giovanni non smette di ricordare nelle sue Lettere la necessità «che ci amiamo gli uni gli altri». La riflessione che propone oggi come approfondimento di questo comandamento è suggestiva: «Non come Caino, che era dal Maligno e uccise suo fratello». Amare, è inutile ricordarlo, per il Vangelo non è di certo un sentimento! È piuttosto una scelta, un atto, una opzione che impegna e sacrifica… per questo il riferimento è ad Abele e Caino. Giovanni sembra ricordare che non esiste amore che viva sempre un’accoglienza e un rispetto permanenti! Chiunque ami sul serio vivrà l’esperienza del tradimento, della cattiveria, della violenza… proprio in queste condizioni chi ama veramente emerge come discepolo di Gesù e, quindi, come figlio di Dio: se sa amare fino a dare la vita per i propri nemici! Non si dica con troppa banalità: “è impossibile!”… Credo sia la sfida più entusiasmante dell’avventura cristiana! Ogni battezzato dovrebbe portare nel cuore questo desiderio: arrivare ad amare l’inamabile! Coltivare sogni di questo genere da all’umanità la lo splendore e la bellezza di Dio… Che sorpresa magnifica sentire i famigliari di don Roberto Malgesini perdonare l’omicida: “Non farlo sarebbe come ucciderlo due volte!”… questo è Vangelo! Possibile, concreto, reale… non di altri tempi! Buona giornata

 

p.s. Una preghiera per Giuseppe che accompagniamo nel suo incontro con il Signore della vita

CHI VIENE DA DIO

«Chi commette il peccato viene dal diavolo, perché da principio il diavolo è peccatore». Nel leggere questo versetto della Prima lettera di san Giovanni, d’acchito, viene da rabbrividire… quale uomo al mondo non commette peccati? Siamo tutti del diavolo? La prima osservazione è che qui si parla di peccato al singolare: ciò vuol dire che c’è un solo peccato che ha origine diretta dal diavolo! Si tratta della volontà di pensare ed agire deliberatamente in maniera contraria alla volontà di Dio! La seconda osservazione è che i peccati, tuttavia, non devono essere sottovalutati: è sempre necessario combatterli a viso duro! Il fatto è che, però, i peccati non sempre vengono da una volontà chiara di contrapposizione a Dio: spesso sono debolezza, superficialità, ignoranza, dabbenaggine… Quando nei peccati c’è vera colpa? Quando non li si combatte più in alcuna maniera! Si accetta il male come normale, inevitabile, quasi indifferente! Il crollo del senso del peccato è una delle vittorie più sonanti del maligno… la relativizzazione del male porta alla sua legittimazione! Se un male non è più male diventa inevitabilmente una scelta possibile, sulla quale nessuno può arrogarsi il diritto di eccepire! Per non essere del diavolo l’unica via è l’amore perchè chi ama viene sempre da Dio, mai dal diavolo! Buona giornata

 

p.s. Una preghiera per Gianfranco che ora riposa nella pace

SI È APERTO IL CUORE DI DIO

Come è difficile per il mondo accettare che Dio si sia fatto conoscere, abbia svelato la sua identità! Molto più comodo
rimanere nel vago e avere la possibilità di affibbiare a Dio tutte le nostre categorie e tutte le nostre precomprensioni! È
evidente che la pretesa cristiana di presentare al mondo la Verità dentro il volto del Bambino di Betlemme da un fastidio impressionante! Guai a noi barattare questo caposaldo della fede per qualche consenso in più! Il Verbo, la Parola, la Sapienza, di Dio si è fatta carne e si è resa visibile: san Giovanni dirà in maniera meticolosa “abbiamo visto, contemplato, toccato”!
Chiunque voglia avere a che fare con il mistero di Dio non può prescindere da questa evidenza! Il fatto di toccare il Verbo della vita non significa, ovviamente, avere la verità in tasca e nemmeno la pretesa di aver compreso tutto il mistero! Dio si è fatto bambino: è una persona! E se è persona non è totalmente disponibile… cioè: si manifesta, si fa conoscere, dentro una relazione! Dio non è una cosa da analizzare e nemmeno un’idea da sviscerare… In questo senso mi pare imprescindibile quanto dice San Giovanni nel suo Prologo: «Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio». Nel momento in cui si accoglie il mistero di Dio fatto carne lo sguardo sulla realtà cambia! La conoscenza di Gesù apre alla conoscenza del mondo, delle persone, delle cose… Davvero si diventa figli, nel senso che ci vengono aperti i tesori del cuore di Dio, si partecipa al suo stesso amore. Chi meglio di un figlio conosce i segreti del padre? Il desiderio del padre è rivelare al figlio le proprie cose! Ecco: in Gesù è stata data all’uomo la possibilità di vivere alla maniera di Dio… non vi pare bellissimo? Buona domenica

SIAMO IN QUANTO AMATI

«Inviarono a Giovanni Battista sacerdoti e levìti a interrogarlo: “Tu, chi sei?”». Leggendo questo versetto mi sono chiesto: “Venissero da me oggi ad interrogarmi e a chiedermi “Chi sono?”, che cosa risponderei? Non è una questione banale… Probabilmente, direi il mio nome, la mia provenienza, il mio lavoro… Ma non è questo il quesito! È bene che usciamo dal cliché descrittivo formalissimo a cui siamo abituati e che, in sostanza, non interessa a nessuno e proviamo a definirci nella nostra interiorità: “chi siamo?”, ossia che consistenza ha la nostra vita, che senso ha, qual è il peso specifico del nostro essere al mondo… Ebbene sì: sono persuaso che l’unica possibilità di una consistenza che non sia meramente utilitaristica sussista nella nostra figliolanza divina! Personalmente sento di essere totalmente relativo a Gesù! È Gesù che mi definisce e mi dà una identità! D’altra parte, Giovanni Battista lo ha ribadito per ben tre volte «io non sono»! Giovanni Battista era ben conscio che la sua vita era relativa a Gesù… Come cambierebbero tutti i rapporti se non fossimo tutti occupati a darci peso, ad essere qualcuno davanti a chi ci osserva, a farci spazio nella scena del mondo… Esistiamo: quindi siamo amati! Buona giornata

 

p.s. Una preghiera per Piera che si prepara a varcare la soglia della vita