INVOCARE L’OPERA DI DIO

«Un giorno Gesù stava insegnando. Sedevano là anche dei farisei e maestri della Legge, venuti da ogni villaggio della Galilea e della Giudea, e da Gerusalemme. E la potenza del Signore gli faceva operare guarigioni». Leggendo questo versetto del Vangelo di Luca mi è subito venuto in mente un altro versetto del vangelo di Marco: «Venuto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga… non vi poté fare alcuna opera potente». Da una parte Gesù può operare e dall’altra no: come mai? Gesù non è onnipotente? Assolutamente sì! Gesù è onnipotente ma nell’amore! E l’amore richiede un’accoglienza libera. Gesù può fare grandi cose a chi si abbandona nelle sue mani e si lascia plasmare con docilità… altrimenti sceglie di essere impotente! Mi è sempre piaciuta tanto una preghiera di Charles de Foucauld che dice: “Padre mio, io mi abbandono a te! Fa di me quello che ti piace! Qualunque cosa tu faccia di me, ti ringrazio!”. La ripeto spesso insieme a quella di Ignazio di Loyola: “Prendi, Signore, e ricevi tutta la mia libertà, la mia memoria, la mia intelligenza… tutto è tuo, di tutto disponi secondo la tua volontà”. Impariamo ad usare le parole di chi veneriamo come capolavori di Dio! E Dio potrà operare anche in noi… Buona giornata

MONTI E COLLI DA ABBASSARE

«Consolate, consolate il mio popolo – dice il vostro Dio-». Così scrive Isaia nella pagina che oggi leggiamo nella Messa. Le parole sono rivolte al popolo d’Israele stremato dall’esilio babilonese: Dio non si dimentica e non abbandona i suoi figli! Chiede che sia annunciato a tutti la sua determinazione ad operare la salvezza. Come non sentire necessarie queste parole alle donne e agli uomini di oggi, in balia di questo male invisibile, capace di falcidiare vite, di ferire relazioni, di isolare nello sconforto chiunque lo sfiori… c’è un bisogno di consolazione infinito! Non è vero che le parole non contano! Mi fa pensare il ricorso capillare a psicologi e counselor… Abbiamo bisogno di venire ascoltati! Abbiamo bisogno che ci venga dato coraggio! Abbiamo bisogno di speranza! Siamo fatti per la vita e ogni cosa che ce la svigorisce ci butta a terra… La Rivelazione ci ricorda che la morte è entrata nel mondo a causa del peccato: Gesù l’ha vinta e l’ha attraversata, anche per noi! Forse occorre che torniamo a fare come facevano le folle che andavano nel deserto ad incontrare il Battista: «Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati». Cosa significa? Confessare i propri peccati è prendere coscienza dei nostri limiti, delle nostre fragilità e metterci nelle mani di Colui che è il Medico della vita piena! Il ricercare sempre al di fuori di noi i colpevoli delle nostre ferite è lo sport più frequentato! Ognuno di noi riconosca le proprie fragilità, si affidi alla cura misericordiosa di Dio e sperimenti l’amore senza limiti che supera ogni malattia e ogni morte! Troppi i monti e i colli che non permettono a Dio di farci visita… proviamo ad abbassarli!

VIVERE IL PRESENTE CON

Mi ha fatto sorridere una persona che mi ha detto di aver consultato degli esperti perchè stava attraversando un periodo di buio e di malessere: era sollevata perchè il suggerimento che le avevano dato era stato particolarmente illuminante. Qual era il suggerimento? “Vivi il presente!”. Sentite queste righe che leggiamo oggi dal Libro del profeta Isaia: «Anche se il Signore ti darà il pane dell’afflizione e l’acqua della tribolazione, non si terrà più nascosto il tuo maestro; i tuoi occhi vedranno il tuo maestro, i tuoi orecchi sentiranno questa parola dietro di te: «Questa è la strada, percorretela». Non è esattamente lo stesso invito? C’è solo una piccola-grande differenza: gli esperti suggerivano di non stare troppo a rimuginare sulle cose, di occuparsi delle cose belle che ci sono, non valeva la pena stare troppo a pensare… qui, Isaia, suggerisce di percorrere anche la strada dell’afflizione! È un presente da vivere e da attraversare nella certezza che il Signore è vivo e farà maturare attraverso questa esperienza frutti inattesi e inimmaginabili! Vivere il presente non è lasciar perdere totalmente il passato come se non fosse esistito e nemmeno disinteressarsi del futuro come indifferente! Vivere il presente è portare il peso della storia nella consapevolezza che non siamo degli individui solitari alle prese con il mondo ma figli amati dal Padre che sta portando a compimento la salvezza! Buona giornata

DI CHI CI FIDIAMO?

«Mentre Gesù si allontanava, due ciechi lo seguirono gridando: “Figlio di Davide, abbi pietà di noi!”.
Entrato in casa, i ciechi gli si avvicinarono e Gesù disse loro: “Credete che io possa fare questo?”». Molto interessante questo botta e risposta tra Gesù e i cechi. Emerge come l’intervento della Grazia necessita dell’adesione della libertà e, in questo caso, della fede! La fiducia è alla base dei miracoli! Non solo quelli straordinari… Se ci pensate, un medico può curare adeguatamente un paziente solo se questi crede che ciò sia veramente possibile! Una persona può intervenire nelle sofferenze di un’altra solo se questa si apre e si fida! Di chi ci fidiamo oggi? Chi sono i guru che vanno per la maggiore? Se siamo un po’ attenti non faremo fatica a riconoscere che sono quelli che hanno più visibilità mediatica e consenso popolare! Stiamo tutti diventando degli adolescenti che credono di più all’amico ganzo e piaccione piuttosto che al papà e alla mamma… In questi giorni mi sto accorgendo di quante persone abbiano bisogno di affidarsi a psicologi e a maestri yoga per affrontare anche le sfide più semplici della vita… Ma non ci fidiamo più di nessuno? Non abbiamo più persone attorno che stimiamo? La vita è sempre stata complessa, mica è un caso attuale! Può aiutarci Gesù? Buona giornata

ASCOLTARE È METÀ DELL’OPERA

«Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande». Sono parole lapidarie che non hanno alcun tono minaccioso ma solo premonitore: Gesù vuole evitarci l’illusione di essere sulla saldezza della roccia mentre siamo sulla precarietà della sabbia. Non ci vuole la laurea in teologia per discernere se la nostra fede è di facciata o di cuore… se basta un piccolo disagio a metterci in crisi e buttare all’aria il nostro rapporto con Dio, è chiaro che tutto è chiaramente superficiale! Mancano tantissime persone in Chiesa di quelle che venivano prima della pandemia: certamente ce ne sono molte che per doverose precauzioni rimangono a casa e pregano nel segreto della loro stanza, vivendo con rammarico la lontananza dalla celebrazione eucaristica… Ma, ne sono certo, la maggioranza ha semplicemente perso l’abitudine della Messa domenicale e ha scoperto che se ne si può  fare tranquillamente senza con nessuna conseguenza di sorta! Praticare la Parola non solo nel senso di realizzarla ma di frequentarla! E la Parola è Gesù… Buona giornata