GESTI PROFETICI

«Fatti un bagaglio da esule e di giorno, davanti ai loro occhi, prepàrati a emigrare; davanti ai loro occhi emigrerai dal luogo dove stai verso un altro luogo». Ecco il comando che Dio rivolge a Ezechiele. Di solito, Dio invita i profeti a riferire al popolo la sua “Parola” per consolare o per spronare… questa volta decide di conferire attraverso un gesto… Visto che Israele è sordo e non ascolta, Dio prova a stimolarlo attraverso la vista… la testimonianza plastica di Ezechiele dovrà catturare l’attenzione e indurre ad una conversione. Non è detto che avverrà, ma il Profeta non può chiamarsi fuori da questa missione! Potrà apparire stolto, matto, ma il suo gesto profetico si rivelerà in tutta la sua verità al momento opportuno! Spesso siamo invitati da cristiani ad essere testimoni: i gesti che siamo chiamati a compiere non sono allineati con il sentire del mondo! Anzi: appaiono come gesti di debolezza e di arrendevolezza! Proviamo a pensare, in modo particolare, proprio al gesto di “perdonare fino a settanta volte sette“: non è forse una follia? Chi considererebbe profetico e lungimirante una persona che a fronte di molteplici torti subiti continua a perdonare? Non diremmo: “è ora che si faccia valere!”… Buona giornata

SCIOGLIERE IL MALE

Ieri sera chiacchieravo con un amico. Ad un certo punto, è uscito un discorso nel quale mi è stato ricordato un torto che una persona mi aveva fatto. Dico la verità: lo avevo completamente rimosso… ma, a quanto pare, non del tutto. Mi è tornato alla mente tutto il travaglio attraverso il quale avevo cercato di passare sopra e riallacciare i rapporti… L’aver superato il contrasto mi ha regalato anni di grande serenità e  di pace. Eppure, il ricordo del torto è riuscito ancora a ferirmi, facendomi ritornare una sorta di fastidio e di malevolenza… È incredibile come il male cerchi sempre di turbare quanto il Signore ha costruito attraverso la via della misericordia! In questo senso, mi sembrano azzeccate le parole che leggiamo oggi dal Vangelo di Matteo: «Tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo». Non possiamo attendere “il cielo” per slegare i fardelli di odio e di inimicizia che la vita ci procura! Occorre scogliere al più presto ogni pretesto di divisione e di contrapposizione! L’orgoglio presenta sempre la scorciatoia della vendetta ma, al più presto, presenta il conto della delusione e dell’amarezza… resistere sempre alla tentazione delle scorciatoie… Buona giornata

UN SENSO NELLA TRIBOLAZIONE

«Io guardai, ed ecco, una mano tesa verso di me teneva un rotolo. Lo spiegò davanti a me; era scritto da una parte e dall’altra e conteneva lamenti, pianti e guai». È una delle visioni di Ezechiele, forse la più famosa. La Parola di Dio, ormai lo sappiamo, è la storia che si compie. Dio parla e tutto esiste. Il fatto che Ezechiele debba mangiare “lamenti, pianti e guai”, significa che pure queste condizioni sfavorevoli sono costitutive della vita dell’uomo. Vanno mangiati, masticati, assimilati… Noi preghiamo sempre affichè Dio ci difenda da ogni situazione di difficoltà e di prova ed è giusto! Però, nel momento in cui la prova arriva l’atteggiamento corretto non è quello di ribellarsi e di strapparsi le vesti… occorre chiedersi quale ruolo ha nella crescita della nostra vita filiale… Gesù ha cercato di allontanare il calice amaro, poi, però, l’ha bevuto! Era necessario al compimento dell’opera della salvezza questa sua disponibilità a “divorare” la volontà di Dio. Le nostre tribolazioni non sono parentesi da dimenticare ma spazi di rivelazione. Se imparassimo a stare dentro con più coscienza e discernimento nelle fatiche della vita ne avremmo grande vantaggio… invece, ci disperdiamo nella lamentela e nel pessimismo più totali… Buona giornata

LA PROVVIDENZA DI DIO

A volte parlo agli amici della Provvidenza e non è raro che mi senta canzonato quasi che fosse una semplice illusione… Fatto sta che io posso attestare per esperienza personale che Dio non fa mancare il necessario nel momento in cui ci si mette a servizio per l’edificazione del suo Regno. San Paolo lo ribadisce a chiare lettere nella sua seconda Lettera ai Corinzi:«Dio ha potere di far abbondare in voi ogni grazia perché, avendo sempre il necessario in tutto, possiate compiere generosamente tutte le opere di bene». Qualcuno dice che le cose vanno così solo per i preti… ma non è assolutamente vero! Quante famiglie sperimentano la mano provvidente di Dio negli affari della vita ordinaria… Come mai qualcuno constata questa prossimità di Dio e qualcuno no? Invito a leggere in radice lo spirito che anima tutte le scelte economiche e progettuali: si riuscirà facilmente a scorgere che in base all’obiettivo che ci si pone cambia radicalmente la percezione dell’opera di Dio! Quando le proprie ambizioni e le proprie mire prendono il sopravvento non lasciamo più spazio all’opera di Dio… Chiediamoci sempre quando facciamo una scelta: perchè la facciamo? Per chi la facciamo? A che cosa serve alla logia del Regno? Dio è felice? Come cambiano le cose… Buona giornata

SEMPRE CON NOI

Domenica scorsa abbiamo ascoltato il Vangelo che raccontava il miracolo della moltiplicazione dei pani. Alla fine, l’evangelista annotava che erano avanzate dodici ceste piene… una per ciascun discepolo. Ognuno dei Dodici doveva essere consapevole della presenza viva del Signore nella loro vita, il pane quotidiano per sostenere ogni tipo di sfida. Per questo, oggi leggiamo che Gesù “costringe” i discepoli a prendere il largo e uscire in mare aperto: non c’è più nulla per cui debbano aver paura, il Signore è con loro! Eppure, ecco salire la tempesta e i discepoli sono irretiti. Sembrano essersi totalmente dimenticati della cesta di pane… la loro umanità malata di autosufficienza, di autoreferenzialità, ha ancora avuto la preminenza! Al punto da considerare Gesù un “fantasma”… che tristezza! Anche noi, nella vita, crediamo di doversi arrangiare da soli, pensiamo che Gesù sia solo il salvagente nei casi estremi… e così sprofondiamo! Ma Gesù è lì, ancora, nonostante la nostra negligenza… a rispondere alla nostra disperazione «Signore salvami!»… «Coraggio, sono io, non aver paura!»… Potessimo trovare sulle nostre labbra più spesso la supplica che chiede aiuto! Sarebbe la nostra salvezza… Ma è necessario guarire nel nostro sguardo per poter riconoscere Gesù vicino, sempre, nonostante tutto! Buona domenica