LA RISURREZIONE EVIDENTE SOLO AL CUORE

Nei racconti della risurrezione c’è sempre un prima e un dopo che mutano radicalmente: si parte da una condizione di tristezza, disperazione, incomprensione, cecità e si arriva ad una condizione di gioia, di entusiasmo, di condivisione, di annuncio. La risurrezione non è una realtà che va dimostrata ma che va testimoniata. Ma non è un compito, di per sè… Così leggiamo nella pericope dell’apparizione di Gesù ai discepoli di Emmaus: «Essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto». A volte, nella predicazione e nella catechesi diciamo che i cristiani devono annunciare Gesù: è giusto! Ma non può essere un dovere, una decisione volontaristica! L’annuncio scaturisce da una esperienza o non è credibile! Credo davvero che l’unico compito che ogni uomo può assumersi è quello di desiderare, cercare, contemplare… non so per quanto tempo, magari tutta la vita! Però, alla ricerca Gesù non manca di mostrare sprazzi di paradiso luminosissimi! Porto nel cuore una testimonianza di padre Rupnik quando, interrogato da un ufficiale dell’esercito ateo sulla insensatezza scientifica  della risurrezione, rispose che non aveva mai sentito il bisogno di indagare sulle prove: gli bastavano gli occhi risorti di suo papà e sua mamma per affermare che Gesù era vivo! È proprio così… Buona Pasqua

IL CUORE TRAFITTO

Pietro parla e gli ascoltatori, scrive Luca negli Atti degli Apostoli, «si sentirono trafiggere il cuore». Pietro è efficace nel suo discorso perchè parla a partire dalla propria esperienza personale… Paolo, quando cercò l’approccio filosofico-culturale all’Aeropago di Atene ne usci con le ossa rotte! Agli uomini non interessano le parole… interessa la vita! La testimonianza! La gente si sente toccata nel cuore perchè Pietro è il primo trafitto… porta dentro il dramma di un rinnegamento… Se parla da redento lui che ha attraversato il suo proprio fallimento tutti si sentono nelle possibilità di partecipare allo stesso destino! Il cuore trafitto è una condizione fondamentale per una vera conversione: chi non ha preso coscienza seriamente e realmente della propria responsabilità rispetto alla morte di Cristo non sperimenterà mai l’amore potente di Gesù! Chi, tutto sommato, si sente una brava persona, che ha fatto tutto bene, che non ha colpe per cui vergognarsi, fonderà la vita sulla propria giustizia… nulla di più antievangelico in assoluto! «Cosa dobbiamo fare?», chiedono i pentiti di cuore. Alla vita c’è da dare una sterzata radicale! «Quel giorno furono aggiunte circa tremila persone»: non si dice furono convertite ma furono aggiunte dalla grazia al cammino di fede comunitario. La Chiesa…. Buona giornata

 

p.s. Una preghiera per Vittoria che oggi tumuliamo al cimitero in attesa della vita piena in Cristo

PIETRO TESTIMONE

Abbiamo riflettuto non poco nei giorni scorsi sul rinnegamento di Pietro: ci siamo riconosciuti anche noi nella stessa condizione di pusillanimità, di codardia, di infedeltà… Facciamo in fretta a farci un po’ di sensi di colpa, a piangerci un po’ addosso, magari a chiedere anche un po’ perdono… ma da un anno all’altro, tra le Pasque si susseguono, che cosa vediamo mutare in noi? Io credo, dal punto di vista dei nostri tradimenti, più o meno rimaniamo stazionari! Ed è proprio così! Perché il nostro cuore è malato! Noi no siamo persone che da cattive diventano brave… non è questa l’opera della Pasqua! Proviamo a vedere Pietro dopo la Pasqua e, soprattutto dopo aver ricevuto il dono dello Spirito Santo. Dice la pagina degli Atti degli Apostoli che leggiamo oggi: «Pietro con gli Undici si alzò in piedi e a voce alta parlò». Pietro, come Gesù, è in piedi, ha la posizione del risorto! E non ha più paura: parla ad alta voce e annuncia la Pasqua di Gesù! Non dice: “Ho fatto una cosa sbagliata ma ora prometto di non farla più! Sono cambiato, sono più bravo”… Non ci interessa la fedina penale di Pietro! Di certo, Pietro non è più quello di prima  … e si vede! Che meraviglia… Buona Pasqua

È PASQUA… NONOSTANTE TUTTO!

È Pasqua! Tutti a dirci che non è Pasqua come gli altri anni… invece sì! È Pasqua! Da quel lontano giorno in cui Gesù ha lasciato il sepolcro, il passaggio alla vita si è aperto e niente e nessuno lo potrà mai più chiudere… nemmeno il coronavirus! Tutti i morti che abbiamo mestamente accompagnato al cimitero, grazie alla Pasqua di Cristo, sono vivi! Sono andati oltre!
La tentazione di Maria Maddalena di trattenere la vita nelle nostre mani, di averla a disposizione, di conservarla secondo il nostro desiderio, è di tutti! Ogni volta che una persona cara muore, noi non ci stiamo… ed è umanissimo… Ma grazie a Gesù siamo proiettati in una visione diversa: di vita in vita! Corriamo anche noi al sepolcro come Pietro e Giovanni! Chi ha avuto la grazia di fare il pellegrinaggio a Gerusalemme ha potuto constatare che il sepolcro è davvero vuoto! La morte non è in grado di ingoiare la Vita! Non si può vivere nella pace senza questa certezza! Magari ci vuole un po’ a capire, a credere… come Pietro! Non fa niente, torniamo al sepolcro: un giorno capiremo e inizieremo a cercare Gesù tra i Vivi… Per capire, l’evangelista Giovanni ci suggerisce di leggere con più attenzione la Parola: lì ci sono tutti gli indizi per riconoscere Gesù come il Figlio di Dio che è venuto a dare la vita! Tutta la storia era orientata a questo evento! Dio lo aveva preparato fin dall’inizio della  reazione: l’uomo non è fatto per la morte ma per la vita! «Se siete risorti con Cristo cercate le cose di lassù»: capisco tutta la nostra paura, la nostra ansia per il futuro, i nostri dubbi, le nostre sofferenze dovute a questo tempo particolare… ma proviamo a pensare alla vita in Cristo! Si aprirà il cuore… Buona Pasqua!

ACCOGLIERE IL SILENZIO

Ho letto queste parole di un amico prete e mi sono parse illuminanti. Le voglio condividere con voi. Per gustare il silenzio del sabato santo. “Per ascoltare una parola nascosta tra le pieghe delle cose, serve un silenzio di fondo: la parola vien sempre fuori da un silenzio, il nero dell’inchiostro dal bianco di una pagina. Non è mai immediata, la parola, richiede un buio, un tempo di ascolto, persino un’ascesi. Serve un silenzio, un buio che è innanzitutto povertà, è l’attesa di una parola, è la fiducia di una parola. Se io riempio subito lo spazio di un silenzio con i miei discorsi, nessuna parola mi verrà incontro. Se voglio arrivare in fretta a levarmi il peso di una domanda con le mie parole – fosse anche una santa domanda: che cosa ci sta dicendo il Signore attraverso tutto quello che sta succedendo? – ecco, se riempissi da solo quel vuoto, difficilmente le cose si aprirebbero. Serve una povertà, uno spazio vuoto e accogliente. Le cose possono parlare ma possono anche restare mute. Si offrono a tutti come parole, eppure qualcuno vedrà e qualcun altro no. Solo chi si affida vedrà e vedrà aprirsi pian piano i suoi occhi. Come, non si sa, ma così sarà anche per questi giorni”. Buona Pasqua