SALUTARE

Quando ero piccolo, uno dei divertimenti preferiti che avevo quando facevo qualche viaggio insieme ai miei compagni di scuola era quello di salutare chi viaggiava nell’automobile che passava accanto. Non c’era vergogna ma solo il desiderio di raccogliere sorrisi e parole simpatiche… ci rimanevo molto male quando capitava di incrociare persone che rimanevano inerti ed indifferenti ai nostri cenni! Tanto che, quando mi capita di vedermi salutato da bambini che si sbracciano come facevo io da piccolo, non esito a salutare contento e ringraziare… Questo ricordo mi è sovvenuto a partire da questo versetto del Vangelo: «se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario?». I bambini che, come ci ha ricordato bene Gesù sono i più vicini alle logiche del Regno di Dio, non hanno freni o paure a salutare, non hanno precomprensioni, non hanno pendenze… Quanto è, invece, faticoso e restio il saluto tra adulti! Solo se si conosce con una certa intensità una persona ci si sente in dovere di rivolgere un saluto, altrimenti regna sovrana l’indifferenza più totale! Il saluto è proprio una delle caratteristiche basilari della vita fraterna… potremmo dire: “dimmi quanto saluti e ti dirò quanto è intenso il tuo sentimento di fraternità”! Buona giornata

NELL’OGGI IL NOSTRO FUTURO

Ho letto oggi questa dichiarazione di Paolo Bonolis: “Non credo in Dio ma prego i morti”. È un modo di pensare che registro molto spesso nei miei colloqui: tanti manifestano una sorta di agnosticismo per poi concedersi alle forme più astruse nella definizione del trascendente! Sostanzialmente, nell’ambito della spiritualità vige il più rigoroso “fai da te”… Trovo questa opzione di una irrazionalità e di una superficialità ingiustificabili! C’è una ragionevolezza del credere: che senso ha dare così tanto credito alle sensazioni soggettive e alle suggestioni emozionali! C’è una ragione in quello che si crede al punto che ciò che si crede condiziona la nostra vita e viceversa… Le parole del profeta Ezechiele che oggi leggiamo nella liturgia mettono in risalto come il nostro destino dipenda direttamente dalle nostre scelte attuali: «Se il giusto si allontana dalla giustizia e commette il male e a causa di questo muore, egli muore appunto per il male che ha commesso. E se il malvagio si converte dalla sua malvagità che ha commesso e compie ciò che è retto e giusto, egli fa vivere se stesso». Quello che oggi facciamo definisce il nostro destino! Per questo: gli uomini o sono in Dio o non vivono… così i morti… Buona giornata

TORNARE A BUSSARE

Siamo in una situazione davvero complessa. Da una parte, le comunicazioni che ci vengono dalle autorità segnalano un’alta problematicità dell’epidemia da corona virus; dall’altra c’è un percepito dalla nostra condizione attuale di totale estraneità al caso, al punto che le misure adottate paiono abnormi. Mettere insieme questi due aspetti non è sempre facile: si passa dalla paura e dal panico alla superficialità e al qualunquismo. Occorre moderazione ed equilibrio. Certo è che la condizione della finitezza umana, in queste situazioni, si fa sentire con una perentorietà impressionante… L’attesa di risposte dal mondo della scienza è alta ma le risposte sono prevalentemente delle ipotesi e dei tentativi. L’orgoglio dell’uomo moderno ha sostanzialmente cancellato il ricorso al Signore: troppo banale… cosa d’altri tempi… La superbia registrata nel giardino dell’Eden è di una attualità stringente: Adamo vuole arrangiarsi da solo, ritiene di non aver bisogno di Dio! Come risuonano puntuali le parole di Gesù che leggiamo oggi nel Vangelo: «Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto». Perché non riusciamo a chiedere? Perché non bussiamo? Perché ci intestardiamo a fare tutto da soli? Dio sta aspettando il nostro grido… Buona giornata

IL SEGNO DELLA MISERICORDIA

Quando ascoltiamo la Parola di Dio dobbiamo sempre ritenerla rivolta a noi personalmente, sia che il discorso sia storico o sapienziale o parabolico. Certo è che quando leggiamo un discorso diretto è più facile sentirsi fortemente interpellati. Le parole di Gesù hanno una forza e una perentorietà che arriva direttamente al cuore… oggi così leggiamo nel Vangelo: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno se non quello di Giona». Se Gesù parla di “questa” generazione non possiamo fare tanti giri di parole: siamo proprio noi! A noi viene dato dei “malvagi” dal Figlio di Dio. Gesù non parla a vanvera! Ci svela quello che siamo per davvero! Siamo dei lavativi, indisponibili alla relazione, alla comunione, alla fiducia! Cerchiamo “segni”, prove che ci dimostrino l’amore di Dio… come se tutto ciò che ci circonda non ce lo dimostra già abbastanza! Gesù accenna ad un segno emblematico “Giona”. Di che cosa si tratta? Si tratta dell’annuncio e del dono della misericordia a tutti i cittadini di Ninive, invischiati nel male e nel peccato più deplorevoli! Sì: se ci si aspetta il bene per i buoni e il male per i cattivi, non avremo alcun segno! Con buona pace di tanti profeti di sventura… Buona giornata

LA PREGHIERA

Pregare è tutt’altro che facile… forse “dire preghiere” è alla portata di tutti ma, presto o tardi, stanca! Chi dice tante preghiere o prega davvero o ad un certo punto molla tutto! Per questo Gesù dice ai suoi discepoli: «Quando pregate non sprecate parole». E allora com’è la preghiera vera? Gesù insegna ai suoi discepoli il “Padre nostro” e spiega a loro che queste sono le parole sulle quali modulare ogni preghiera. È sufficiente la definizione del soggetto con il quale ci interfacciamo per riconoscere il senso e il valore del pregare cristiano: figli in relazione con il Padre! Vorrei sottolineare oggi la domanda «Dacci oggi il nostro pane quotidiano». Sappiamo come i Padri della Chiesa abbiano sempre identificato questo pane con l’Eucaristia. Forse non è proprio quello che intendeva Gesù… tuttavia è suggestivo! Soprattutto rapportato a questi giorni in cui questo Pane quotidiano ci è negato… Se non mangiamo di Gesù, non possiamo sicuramente essere assimilati a Lui! Mi sovviene il brano di Vangelo che abbaiamo letto qualche giorno fa: «Quando lo sposo sarà tolto di mezzo allora digiuneranno»… Senza Gesù sperimentiamo il morso della fame! Sia una fame che ci faccia capire di chi abbiamo davvero fame… di che cosa ci saziamo? Buona giornata