Mag 31, 2019 | Don
L’ultimo giorno di maggio è liturgicamente è dedicato alla visita di Maria ad Elisabetta. Dopo che nelle comunità si è recitato ogni sera il santo rosario – dimensione contemplativa – è come se si proponesse una slancio alla missione e alla testimonianza – dimensione attiva -. La vita cristiana è continuamente caratterizzata da questo binomio: accogliere e offrire! Non si può assolutamente scindere le due cose: Maria ne è un esempio meraviglioso! Si muove verso Elisabetta in forza di una accoglienza della grazia alla quale ha consentito! Ed è proprio questa grazia ciò che genera in Elisabetta una esultanza! Elisabetta non esulta perché Maria è andata a bere il caffè da lei ma perché ha dentro di sé un’esplosione di vita che non è possibile contenere… e nemmeno spiegare! È il grembo che sussulta! C’è proprio questa distinzione tra due dimensioni: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio salvatore». Da una parte l’anima – che è la volontà della persona – riconosce Dio come grande e dall’altra lo spirito – che è la parte divina, interiore della persona – gioisce! L’esperienza della gioia non può essere prodotta direttamente dall’uomo! È, invece, una sorpresa, una grazia che capita! È questa la splendida testimonianza che ci offrono oggi Maria ed Elisabetta… Buona giornata
p.s. Una preghiera per Anna che improvvisamente è stata travolta dalla morte
Mag 30, 2019 | Don
Sappiamo che Paolo era un fariseo fervente, attaccato al suo popolo e alle sue tradizioni. Giustamente! Guai a chi rinnega le sue radici… Certo, la conversione provoca in lui un profondo cambiamento di prospettiva: rimane ebreo nel cuore e proprio per questo riconosce il messia promesso nella persona di Gesù! Paolo è un ebreo che ha creduto fino in fondo alle promesse fatte ai padri e ha avuto la luce per capire che in Gesù si erano compiute! Avendo chiarezza al riguardo, Paolo non si da pace e fa di tutto per mostrare ai suoi fratelli le ragioni e gli argomenti favorevoli al riconoscimento di Gesù come il Cristo. Ha molta pazienza nell’annuncio… ma a tutto c’è un limite! Paolo si accorge che i suoi fratelli ebrei, pur essendo avvantaggiati nel riconoscere i segni che identificano il messia, non sono disposti a mettersi in cammino! Perde le staffe e decide: «Il vostro sangue ricada sul vostro capo: io sono innocente. D’ora in poi me ne andrò dai pagani». Come capsico Paolo… Quante volte riscontro molta più attenzione e disponibilità in chi è lontano rispetto a chi è vicino! i vicini danno troppe cose per scontate, non sanno stupirsi! Proprio al contrario di chi è lontano dalla bellezza di Gesù! Buona giornata
Mag 29, 2019 | Don
Questa estate, con il gruppo dei pellegrini in Grecia, in cammino sulle orme di San Paolo, abbiamo avuto la fortuna di ammirare l’agorà di Atene nella quale l’Apostolo delle genti pronunciò il discorso famoso in virtù della sua finezza filosofica e della sua accurata eloquenza… nonostante tutta questa levatura di pensiero ebbe l’insuccesso più amaro che resterà indelebile nella memoria di Paolo! Non fu un passaggio inutile, anzi! Proprio grazie a questo duro scotto, Paolo riconobbe che il Vangelo non aveva bisogno di abilità oratoria per cercare un consenso e diventare convincente… Il Vangelo è caratterizzato da una debolezza insita: la libertà dell’altro! Il vangelo illumina l’esistenza di chi si lascia coinvolgere liberamente, non di chi si sente costretto da ragionamenti stringenti e perentori! Quanto sarebbe utile anche oggi capire questa cosa… quante parole si spendono per dimostrare verità eterne! Ciò che è del cielo è comprensibile solo da chi vive in comunione con il cielo… Se si vogliono capire le cose del cielo con argomentazioni della terra non si arriva da nessuna parte! Questi pensieri non certo per disincentivare lo studio e l’approfondimento della fede! Guai a non scrutare il mistero! Ma solo e soltanto nell’abbandono confidente dei figli… Buona giornata
p.s. Una preghiera per Angelina che, a pochi giorni dai 100 anni, è tornata al Padre.
Mag 28, 2019 | Don
Interessante l’immagine di Paolo e Sila in carcere. Scrive così Luca negli Atti degli Apostoli: «Paolo e Sila, in preghiera, cantavano inni a Dio, mentre i prigionieri stavano ad ascoltarli». Si parla di uomini che sono prigionieri: tutti siamo prigionieri e ostaggio del male! Anche chi crede… non c’è un privilegio che tuteli dalla corruzione del diavolo! C’è una cosa che è data, però: a chi è prigioniero del male ed è associato a Gesù canta e prega! i battezzati sono quelli che anche dentro le prove della vita hanno la gioia nel cuore e sanno trovare la forza e l’entusiasmo di cantare! Gli altri carcerati che cosa fanno? Ascoltano! Inizialmente non partecipano al canto… ascoltano. L’ascolto è il primo passo per imparare la “melodia” del canto… C’è assolutamente bisogno di cristiani che cantino! Che mostrino il lato bello e buono della vita! Che dentro le negatività sanno indicare le vie che portano al bene! La liturgia domenicale è uno spaccato perfetto della freddezza della gioia… quante bocche chiuse! Quanti volti mesti! Io penso ai bambini che vedono i genitori così passivi e dimessi: come fanno a credere che nell’esperienza di fede c’è bellezza? Cantare è un primo passo necessario alla testimonianza della fede! Troppo importante mostrare la gioia che ci viene da Gesù! Buona giornata
Mag 27, 2019 | Don
Non ci si può nascondere: dirsi cristiani oggi è una cosa impegnativa! A questo nome sono immediatamente associati i giudizi più terribili: incoerenti, retrogradi, omofobi, intolleranti… e chi ne ha più ne metta… Poi, paradossalmente, tutti chiedono i sacramenti! Si ha vergogna a dirsi cristiani ma i sacramenti i preti devono amministrarli a tutti, a prescindere… Così si ha questa situazione ridicola: i cristiani sono quelli che detestano i cristiani! In Italia siamo ancora almeno per l’80% cristiani, eppure c’è una intolleranza verso i cristiani incredibile! Mi accorgo ogni volta che incontro i genitori per i percorsi di catechesi: mandano i figli ma loro sono chiaramente ostili alla Chiesa! C’è una schizofrenia inspiegabile… Quello che dice il salmo 41: «Anche l’amico in cui confidavo, che con me divideva il pane, contro di me alza il suo piede». Non si tratta di fare le vittime, ci mancherebbe! Però è doveroso definire chiaramente i contorni della realtà in cui viviamo e accorgersi che quanto ci aveva preconizzato Gesù è sotto gli occhi: «viene l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio». Sta venendo l’ora in cui ci ammazziamo tra di noi! Semplicemente perché non abbiamo realmente conosciuto il vangelo! Che tristezza… Buona giornata
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