LASCIARSI AMARE

Non sarà mai il nostro il primo passo! È sempre Dio a farne uno verso di noi per primo! Per questo, anche se in quaresima siamo invitati a convertirci non è per dire che tocca a noi muoverci verso Dio facendo il primo passo, quasi per conquistarci il suo amore e la sua attenzione… Se facciamo un passo è semplicemente perché Lui ci ha amati e ha dato se stesso per noi e noi non possiamo fare altro che rispondere amando! Spogliandoci di tutte quelle fragilità e negatività di cui ci siamo rivestiti, togliendoci la gioia della comunione con Lui. È così che nella prima lettura ci sentiamo dire da Gioele: «ritornate al Signore, vostro Dio, perché egli è misericordioso e pietoso, lento all’ira, di grande amore». Si parla di ritorno… perché già siamo stati amati a dismisura ma non ce ne siamo resi conto! Convertirsi, allora, è essenzialmente riaprirsi all’amore di Dio! È lasciarci amare da Dio, non opponendo resistenza! È paradossale, ma siamo capaci proprio di non lasciarci amare! Ci sono mariti e mogli che non si lasciano amare… ci sono figli che non si lasciano amare… ci sono poveri che non si lasciano amare… ci sono anziani che non si lasciano amare… Sembra un segno di debolezza! Eppure è l’anima della vita! … della Pasqua! Buona quaresima

DARE LA VITA

«Da’ all’Altissimo secondo il dono da lui ricevuto», è il suggerimento del Libro del Siracide. Non di più, ma secondo il dono ricevuto. È importante ricordarcelo: sempre forte la smania dell’uomo di strafare, per dimostrare chissà che… Dio non vuole le nostre performances come è nel nostro immaginario: Dio vuole che la vita nelle nostre mani sia una capolavoro e ci dia gioia! Non dobbiamo guardare gli altri e vivere in una eterna competizione! Semplicemente, siamo chiamati a dare la nostra vita affinché porti frutto secondo la volontà di Dio! Del resto: che cosa ha fatto Gesù di straordinario? Ha dato la sua vita fino a morire! Essendo il Figlio di Dio il suo dono ha procurato un beneficio universale… se diamo noi la nostra vita ne gioiranno coloro che vivranno insieme a noi, coloro che ci sono stati affidati! Gesù ha promesso ai sui discepoli che nulla di quanto perso nel suo nome sarebbe passato inosservato al Padre: «non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o padre o campi per causa mia, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto». Ci assale a volte il dubbio che non vale la pena donarsi così… eppure il Crocifisso è memoria che è l’unica maniera sensata di vivere! Buona giornata

DIO CHI AMA DI PIÙ?

Ho conosciuto nel mio ministero sacerdotale tante persone. Non è mai possibile fare una divisione netta tra le diverse categorie: ogni caso andrebbe analizzato a sé… per evidenziare meglio l’idea che voglio esprimere esaspero volutamente le caratterizzazioni. Ci sono i praticanti nudi e crudi, quelli che non sgarrano una pratica, ma che sono freddi nei rapporti… nelle proposte che esulano la pura e netta osservanza non ci sono mai… può crollare il mondo e loro sono irreprensibili, ma della realtà che gira a loro intorno non interessa praticamente nulla! Ci sono gli entusiasti che rispondono alle proposte più estemporanee ma sono rovinosamente altalenanti! Partono con mille buone intenzioni ma poi si perdono… non si sentono mai estranei alla vita di fede ma vivono sull’onda dell’emotività. Ci sono i lontani, che dopo il periodo “obbligatorio” della fanciullezza si sono allontanati e vivono ai margini… capita che si avvicinino in occasione di ricorrenze rituali e si infiammino di nuovo o si spengano in base al prete che incontrano… Ci sono i feriti dal peccato… che non ne possono più di vivere schiavi ma non hanno il coraggio di riprendere la strada di “casa”, perché si vergognano, perché pensano di non riuscire, perché non hanno più fiducia in loro stessi… Secondo voi, qual è la categoria più amabile? Capisco Gesù che “compatisce” il giovane ricco che gli dice: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza»… Che importa… Il tuo cuore chi cerca? Pensiamoci… Buona giornata

 

p.s. Una preghiera per Angelo e Agata che oggi ritornano al Signore che da sempre li ha amati

LA CURA DEL CUORE

Socrate diceva che “sapiente è colui che sa di non sapere”. Sarebbe utile farne memoria di tanto in tanto. È sempre grande in noi la smania di affermarci, di avere l’ultima parola, di avere mille ragioni sempre dalla nostra parte… Caustico il Siracide nell’affermare: «Quando si scuote un setaccio restano i rifiuti; così quando un uomo discute, ne appaiono i difetti» . La parola troppo facile è fortemente a rischio di stoltezza: occorre maggiore riflessione, pacatezza e umiltà. Su questa linea le parole di Gesù: «Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio?» . Esprimere giudizi e sentenze sugli altri è costume ormai troppo diffuso. Una maggiore conoscenza del proprio peccato eviterebbe verdetti sommari e aprirebbe al dialogo e alla misericordia. Queste considerazioni non per chiudere la bocca ad ogni giudizio: è assolutamente necessario che l’uomo giudichi la realtà! La ragione gli è stata data proprio per questo… Ma il giudizio deve essere anzitutto verso se stessi e poi verso gli altri nella forma della correzione fraterna e della promozione del bene. «Ogni albero si riconosce dal suo frutto» : ogni uomo esprime nei suoi atti e nelle sue parole il frutto del suo cuore. Non esiste nè l’uomo buono nè l’uomo cattivo: esiste, piuttosto, l’uomo che ha il cuore risanato o il cuore ammorbato! Nella Parola ci viene sempre ricordato che l’intervento di Dio è costantemente orientato al cuore, l’organo preposto all’esercizio dell’amore. A Dio interessa che l’uomo impari ad amare… Se c’è una vigilanza da avere è proprio sul nostro cuore: da lì prendono forma le nostre intenzioni buone e quelle cattive! Il buon discernimento del cuore ci donerà un giudizio limpido, pieno di carità. Buona domenica

LA SCIENZA SCOPRE DIO

Mi meraviglio sempre quando sento contrapporre la scienza alla fede, come se chi fa ricerca non possa credere e chi crede non possa fare vera ricerca… La realtà è sotto gli occhi di chi crede e di chi non crede nella stessa identica forma: se un elemento chimico è formato da determinati componenti lo è per chi crede e per chi non crede, non cambia assolutamente niente! Tant’è che ci sono bravissimi scienziati credenti e non credenti: la fede non toglie la capacità di indagare! È Dio stesso che ha reso l’uomo capace di capire la realtà: «Pose davanti a loro la scienza e diede loro in eredità la legge della vita» leggiamo oggi nel Libro del Siracide. Dio è contento quando l’uomo si appropria della realtà e la rende favorevole al suo sviluppo e al suo benessere! Qualcuno potrebbe chiedersi: perché Dio non svela tutto e subito lo scibile all’uomo evitandogli di brancolare nel buio dentro misteri complessi e inestricabili? Dove sarebbe la grandezza dell’uomo se tutto fosse evidente come una banalità? Il salire la china del sapere da parte dell’uomo è parte della sua dignità, della sua partecipazione al sapere di Dio! Man mano che l’uomo conosce e scopre cose nuove innalza se stesso e contempla la grandezza di Dio che tutto ha fatto con sapienza e amore… Buona giornata