CHIESA ESPERTA IN UMANITÀ

Paolo VI definì la Chiesa “Esperta in umanità”. Bellissima e azzeccata definizione! Nel momento in cui uno fa esperienza della maternità della Chiesa non può che riconoscerne le qualità: non siamo nel mondo dell’astratto ma del concreto, del tangibile, del reale! La Chiesa non ha altro desiderio che portare l’uomo ad essere veramente uomo! Qualcuno equivoca paurosamente e ritiene che scopo della Chiesa è fare degli uomini degli angeli, delle anime disincarnate… niente affatto! La Chiesa annuncia una salvezza che si fa carne, che raggiunge l’uomo nella sua storicità! Ogni giorno ho l’occasione per ringraziare il Signore per il cammino di fede che mi ha fatto percorrere e che mi permette di affrontare le sfide quotidiane con una lucidità ed una lungimiranza che non posso per nulla ritenere mie prerogative ma doni dell’Evangelo! Verissimo quanto afferma san Paolo nella sua Lettera ai Corinzi: «non ci scoraggiamo, ma, se anche il nostro uomo esteriore si va disfacendo, quello interiore invece si rinnova di giorno in giorno». Si invecchia e si avverte sempre più la distanza tra generazioni e generazioni ma interiormente si avverte una progressiva mutazione che dispone ad una accoglienza serena e disincantata dell’azione di Dio! Camminiamo senza paura nelle vie del Signore! Buona giornata

IL CUORE CHE CUSTODISCE PAZIENTEMENTE

«Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore». Custodire è più che ricordare… Custodire suppone una considerazione particolarmente alta di quanto si intende mettere sotto custodia! Maria sa che non c’è parola o azione di Gesù che possa passare inosservata, tutto va custodito nel cuore. Anche perché le cose che hanno spessore non le si può intendere nell’immediato, c’è bisogno di pazienza e di tempo perché si riescano a decodificare e riconoscere nella loro pienezza! Gesù potrà essere perfettamente leggibile dopo l’esperienza pasquale: fino a questo evento tutto rimane come in un alone di mistero, poi tutto si schiarisce in un abbaglio di luce! Il cuore di Maria è questo scrigno prezioso della intera vita di Gesù via via compreso dalla Chiesa nella luce pasquale! È un grande insegnamento questo: come Maria anche ognuno di noi deve avere la pazienza di ascoltare la Parola, vivere con attenzione e cura ogni momento della vita, non nutrendo la pretesa di capire tutto ma attendere la luce dello Spirito che pian piano tutto illumina e porta a compimento! Maria ha avuto la perseveranza di stare vicino a Gesù anche nei momenti più critici, quando tutti gli andavano contro e lo denigravano… ma la sua perseveranza le ha permesso di spalancare il mistero quando si trovò nel giorno di Pentecoste a pregare nel Cenacolo… Sarà così anche per noi se persevereremo! Buona giornata

IL CUORE DI DIO

Il cuore, lo sappiamo tutti, è un muscolo fondamentale dell’organismo incaricato di pompare sangue per tenere in vita ogni singola parte del corpo. È una macchina perfetta che a pochi giorni della gestazione inizia a battere per cessare solo al termine della vita! Il cuore è un organo materiale alla stregua dei polmoni, dei reni, del pancreas… eppure, nel linguaggio comune riesce a dire molto di più! Il cuore non è solo un pezzo di carne… il cuore è l’anima dell’uomo, è l’intimo, la profondità, l’essenza! Se vogliamo dire che una cosa è fatta nel migliore dei modi diciamo che è fatta con il cuore! Per questo oggi la liturgia della Chiesa celebra il Cuore di Gesù: il cuore di Gesù non sarà mai conosciuto fino in fondo! San Paolo, nella sua Lettera agli Efesini, questo augura loro: «di comprendere con tutti i santi quale sia l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità, e di conoscere l’amore di Cristo che supera ogni conoscenza, perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio». Entrare nel cuore di Gesù significa entrare nel mistero stesso di Dio che è Amore! Ma l’amore, sappiamo bene, non è una cosa che si può conoscere con metodi sperimentali… solo la preghiera ne spalanca il tesoro… Buona giornata

 

p.s. Una preghiera per Armida che è tornata a casa

PRIMA COSA: AMARE DIO

È un sentimento comune quello che definisce l’amore al prossimo l’unica cosa veramente importante! Quando c’è amore fra persone, si sostiene, l’obiettivo è raggiunto… Sentivo anche ieri una dichiarazione a difesa delle cosiddette famiglie arcobaleno che diceva: “L’importante è l’amore! Se due persone dello stesso sesso si amano e amano i bambini che cosa manca?”… Amore: ma che cos’è questo amore? È interessante mostrare come il Vangelo di oggi dica sì che l’amore è essenziale, ma esprima una priorità necessaria: «”Qual è il primo di tutti i comandamenti?”. Gesù rispose: “Il primo è: ‘Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza’». Ebbene: l’amore è la prima cosa! Ma l’amore per Dio! Senza l’amore preferenziale per il Signore si perde la fonte e l’origine dell’amore! L’uomo non sa amare, non ha in sé la capacità di amare! Tant’è che viviamo in un mondo in cui la parola amore rimbalza con una frequenza quasi nauseante da una emittente all’altra, ma chi sperimenta davvero di essere amato? Quanti tradimenti nei confronti dell’amore? Tornare a Dio è necessario per tronare seriamente all’uomo! Buona giornata

NON VERGOGNARSI

Avrete certamente sentito come le parole del nuovo ministro della famiglia circa l’identità della famiglia come realtà costituita da padre, madre e figli, sia stata avversata e subito stigmatizzata come irrispettosa delle cosiddette “famiglia arcobaleno”… Oggi non si può più dire quello che si crede se è difforme dal diktat delle lobby “culturali” emergenti! Mi ha colpito molto come il ministro Fontana abbia risposto affermando il suo convincimento a partire anche dalla sua appartenenza nella fede in Cristo! Che senso ha che chi è rappresentate di un pensiero radicale possa vantare la sua appartenenza e chi è cristiano no? Bene ha fatto Fontana a dichiarare il suo pensiero che è il pensiero di gran parte dei cittadini italiani! Leggendo il brano della lettera di san Paolo a Timoteo mi è sembrato di trovare convergenza a questo pensiero: «Non vergognarti di dare testimonianza al Signore nostro, né di me, che sono in carcere per lui; ma, con la forza di Dio, soffri con me per il Vangelo». Occorre che da cristiani la smettiamo di vergognarci! Di nasconderci! Di renderci accettabili! Se evitiamo sempre la strada della sofferenza e del dissenso non faremo mai un buon servizio alla verità! Forse è il tempo di un nuovo martirio, meno sanguinoso ma pur sempre sanguinante… Buona giornata