LA PRIMA CARITÀ: LA PAROLA

«Egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose». Il Vangelo racconta di gente costantemente alla ricerca di Gesù e dei suoi discepoli. Era gente, prevalentemente, che stava male: poveri, ammalati, indemoniati… Che cosa si aspettavano da Gesù? Che li sfamasse, che li guarisse, che li liberasse… Eppure Gesù che scelta fa? Si mette a parlare loro! La Parola sazia la “fame” dell’uomo più di ogni altra cosa! Gesù ci mostra che la prima carità che possiamo usare verso i fratelli è quella della relazione: accettare di entrare in dialogo! Ascoltare e parlare! Conseguentemente a quanto Gesù dice sul fatto che i poveri che lo seguono siano “senza pastore”, una considerazione che spesso mi trovo a fare – nel momento in cui incontro qualche povero – è che manchi di guida, di riferimenti, di figure significative… È veramente così: si diventa poveri quando si diventa soli! Quando non si ha più nessuno con cui confrontarsi e discutere! Su questa scia si pone anche quanto la Chiesa ha insegnato per decenni come opera di misericordia spirituale: «insegnare agli ignoranti»… Detta così non suona benissimo ma è coerentissima con il Vangelo! Da qui: l’importanza della formazione… Buona giornata

IL VEDERE PROFONDO DEGLI ANZIANI

Festa della Presentazione di Gesù al Tempio. Leggiamo il Vangelo di Luca dove se ne descrive il rito: in ricordo dei primogeniti degli ebrei scampati all’ultima piaga d’Egitto prima del grande esodo, alla nascita del primo figlio i genitori sacrificavano «una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore».  Orbene, mentre Giuseppe e Maria compiono questo rito, accade che si aprano gli occhi di due anziani vegliardi, Simeone ed Anna, perchè intravedano l’opera della rivelazione. «Ora lascia che il tuo servo vada in pace, perché i miei occhi hanno visto la salvezza». Mi piace sottolineare il fatto che ad accorgersi di Gesù siano due anziani… solo chi ha l’esperienza di una vita è in grado di vedere davvero in profondità la storia, gli avvenimenti, e scorgerne dentro l’opera di Dio! Simeone alza il bambino e lo mostra come il fine e lo scopo di ogni vita! Val la pena vivere tutta la vita sperando e cercando qualcosa che effettivamente esiste piuttosto che arenarsi nel sospetto e nell’agnosticismo…  Simeone ed Anna hanno avuto occhi per vedere… Simeone ed Anna hanno avuto la pazienza di attendere e cercare… Simeone ed Anna hanno avuto  perseveranza di pregare… Grandi insegnamenti da non far cadere… Buona giornata

LA CONGIURA

LA CONGIURA

Sabato 10 febbraio 2018 alle ore 21 in Chiesa parrocchiale una inchiesta teatrale interamente scritta, realizzata e interpretata da Angelo Franchini. Qui il programma.

 

IL REGNO SENZA FINE

Davide regnò quarant’anni. Tra alti e bassi, tra consensi e dissensi. La sua forza era tutta nella promessa di Dio che assicurava fedeltà nei suoi riguardi. Davide commise parecchi peccati: defraudano la moglie di Uria l’Hittita, facendo il censimento del popolo… eppure Dio non smise di benedire il suo Regno nonostante tutto! Non è certamente la fedeltà dell’uomo che può essere ritenuta affidabile: solo Dio è affidabile! È roccia che non muta! È misericordia infinita! È vita che va oltre la vita! Davide ad un certo punto passa, lo sa, e lo dice a suo figlio Salomone: «Io me ne vado per la strada di ogni uomo sulla terra». Chi resta? Resta Dio! Ovviamente sostenendo l’opera del discendente di Davide! Sì: perché la fedeltà di Dio, dice il salmo 105, dura «per mille generazioni». È su questa fedeltà di Dio che anche noi dobbiamo edificare la nostra salvezza! Non possiamo di certo puntare su noi stessi… saremmo davvero stolti! Come Davide facciamo esperienza di peccato e se non abbiamo una relazione intima con Dio che ci permette continuamente di ripartire, non ci sarebbe storia! Gesù è discendete di Davide, tramite Giuseppe: con Lui il Regno non avrà più fine! La promessa è davvero compiuta! Buona giornata