La chiesa del Mambruck dedicata all’Immacolata

Nata come cappelletta – oratorio pubblico, quella del Mambruck sarebbe rimasta, se ad un certo punto della Storia non fosse intervenuta la mano provvidente di un benefattore. Di lui la tradizione ha riportato solo una cognome (Clerici) e una grado nell’Esercito napoleonico (generale): nonostante alcune ricerche negli archivi, non è stato possibile stabilire con certezza se si trattava del mariziano Paolo Clerici, già impegnato con Napoleone Bonaparte in campagna militare in Spagna, o del conte Giorgio Vitaliano Clerici, figlio di Francesco e già scudiere dello stesso condottiero francese, o di un Massimiliano Clerici su cui non sono disponibili altre informazioni.

Certo è invece il fatto di cui riferito in una nota Giovanni Battista Ambrosini, allora prevozio di Rovellasca: intorno al 1815 i Clerici rischiò di morire (recensita di una malattia incontrata per ferii avute in guerra) e, ormai giunto allo stremo delle forze, fece voto di costruire una chiesa da dedicarsi alla Vergine Immacolata, per la quale nutriva «grande devozione». Il miracolo avvenne, ed ecco che i Clerici impartiscono gli ordini necessari a far edificare ben 3 chiese in altrettanti punti del territorio comasco a lui cari. In contemporanea sorsero dunque la chiesa dedicata a San Mauro in Copreno sul terreno di proprietà familiare, quella dedicata a Santa Cristina in Cirimido lungo la strada che porta a Fenegrò e quella del Mambruck a Rovellasca. Non solo:

Il progetto globale che era stato prefigurato dal Clerici non giunse in verità alla piena compiutezza. Come è possibile constatare, tanto l’edificio sito in Rovellasca quanto quello sito in Cirimido hanno la facciata rivolta verso la chiesa di Copreno: ed in origine l’intenzione era quella di unire almeno quella ultima struttura con quella di Rovellasca, un lunghissimo viale rettilineo e alberato.

Per quanto riguarda la storia più recente della «chiesina del Mambruck», nel 1927 un temporale provocò la caduta del piccolo campanile, per la verità, poco più di un comignolo; l’opera di riedificazione ha luogo nel suo stesso anno, e durante i lavori di consolidamento venne murata nei fondamenta una cassetta con alcuni coetanei dell’epoca. Nel 1960, infine, Giuseppe Giobbio fece riaffrescare l’interno della chiesa, tuttora agibile e in condizioni eccellenti.

Massimo Soncini in “Così era Rovellasca”, edito dall’Amministrazione comunale nel 1998

La Festa del Cantu Mambruck e della Madonna Immacolata

Passando tra il 1800 e il 1900, la festa del Cantu Mambruck, da sempre legata a quella della Madonna Immacolata, ha squarciato il lembo del 2000 presentandosi per la prima volta al terzo millennio.

Da molti anni celebra nella domenica che apre il mese di settembre ruotando attorno alla omonima chiesetta e allo spazio antistante mischiando sacro e profano. È altresì ubicata in un punto nodale non solo del quartiere ma del paese intero.

Alcuni cenni storici sulla chiesetta della Madonna Immacolata sono riportati in un documento di don Battista Ambrosini, che fu Prevosto di Rovellasca, a cavallo tra il 1800 e il 1900, tracciando un breve profilo delle sue origini e perché venne costruita. “Fu fabbricata – scrive don Ambrosini – all’incirca all’inizio del secolo XIX dal signor Clerici M., generale dell’esercito Napoleonico, come voto alla Vergine Immacolata della quale aveva grande devozione per guarigione da una grave malattia, e credesi di una malattia incontrata per ferite avute in guerra. Contemporaneamente alla chiesa dell’Immacolata di Rovellasca fece fabbricare un’identica chiesuola a Copreno nel giardino di sua proprietà, chiesa dedicata a San Mauro, e un’altra chiesa a Cirimido, sulla strada che mena a Fenegrò, chiesa dedicata a Santa Cristina. Le chiese di Rovellasca e di Cirimido hanno la facciata rivolta alla chiesa di Copreno e tutte e tre, nell’architettura, sono identiche alla chiesa di Rovellasca. Il generale Clerici legò 7 Sante Messe con l’elemosina di L 5 cadauna da celebrarsi nelle feste della Madonna, una per festa. Era intenzione poi del Generale Clerici di congiungere la Chiesa di Rovellasca con quella di Copreno mediante un viale stradale in linea retta e ciò consta dalla tradizione orale dei vecchi del paese di Rovellasca”.

Un’annotazione in margine a questo documento riguarda la chiesetta di Cirimido che non è dedicata a Santa Cristina (patrona del paese) bensì alla Madonna delle Grazie, mentre quella parrocchiale è di “Tutti i Santi”.

Alcuni benefattori hanno avuto a cuore la chiesetta del Mambruck facendo eseguire diversi lavori decorativi e di manutenzione. Negli ultimi anni, con il ricavato delle feste ed elargizione di provati, nonché un contributo della parrocchia, è stato rifatto il pavimento, quindi il nuovo altare, sostituite le vetrate, collocate le Stazioni della Via Crucis, completato l’arredo sacro, realizzata una statua in legno della Madonna per la tradizionale processione nelle vie del Rione e altri piccoli interventi per rendere sempre più accogliente la chiesetta che conserva anche qualche ex voto.

Prossimo impegno è la sistemazione delle campane commissionando i lavori alla ditta F.lli Pagani di Caleppio di Settala. Inoltre quest’anno è stata regolarizzata l’associazione senza scopo di lucro “Gruppo Cantun Mambruck” con l’approvazione dello Statuto sociale e delineando le finalità benefiche.

Pietro Aliverti in Bollettino Parrocchiale, settembre 2001

La Chiesa dell’Immacolata e il Cantun Mambruck

Anche quest’anno, puntuale come ogni anno, la prima domenica di settembre si è svolta la tradizionale festa del Cantun Mambruck, appuntamento ormai caro alla popolazione rovellaschese che partecipa numerosa alla manifestazione. L’appuntamento assume connotati del tutto peculiari per gli abitanti del Cantun Mambruck, in particolare, per l’Associazione Gruppo Cantun Mambruck che, da anni, si attiva e dedica alla preparazione di una festa che non è tanto, o meglio, non è solo momento di divertimento, balli e “mangiate”, ma è soprattutto momento di devozione religiosa per la Madonna.

Forte è, infatti, il connubio tra la festa del Cantun Mambruck la chiesetta dell’Immacolata che sorge nel cuore del rione, proprio di fronte al Comune, all’incrocio tra la Via Dante, la Via Cargo e la Via IV Novembre, in prossimità del cimitero, come ad indicare l’ultimo saluto terreno e l’inizio della vita ultraterrena. L’iscrizione all’interno della Chiesa (l’originale del documento è conservato nella sacrestia, mentre all’entrata vi è una copia dello stesso) redatto da don Ambrosini, parroco di Rovellasca, riporta testualmente che la Chiesa dell’Immacolata fu eretta nel XIX secolo per volere del generale Clerici, generale dell’esercito napoleonico, come voto alla Vergine Immacolata, verso la quale il Clerici aveva maturato una forte devozione in seguito alla guarigione da una grave malattia probabilmente contratta in conseguenza delle ferite avute in guerra.

Particolare importanza è data dal fatto che il generale Clerici viene ricordato come avverso – seppur tollerante – alle istituzioni religiose di guisa che è possibile ritenere che la guarigione fu davvero vissuta dal medesimo come un evento miracoloso tanto da indurlo all’edificazione della chiesa (anzi, di tre chiesette) a testimonianza della propria ritrovata fede religiosa.

Oltre a quella di Rovellasca, infatti, identiche chiese il generale Clerici fece costruire a Copreno, nel giardino della sua proprietà, ed a Cirimido, sulla strada che conduce a Fenegrò. Mentre la prima è dedicata a San Mauro, la seconda è dedicata alla Madonna delle Grazie. Secondo la tradizione, intenzione del generale era, poi, quella di congiungere la Chiesa di Rovellasca con quella di Copreno attraverso un viale: opera che tuttavia, non è mai stata realizzata. Ciò che caratterizza le tre chiese è l’architettura pressoché identica: tutte, infatti, sono connotate da una facciata semplice e lineare, da un campanile laterale, da un interno piccolo e sobrio che invita al raccoglimento ed alla preghiera.

Non solo: le tre chiese sono l’una rivolta verso l’altra. Infatti le Chiese di Rovellasca e di Cirimido hanno la facciata rivolta verso la Chiesa di Copreno, quasi a rimarcare la lieve importanza di quest’ultima in quanto costruita all’interno della proprietà del generale Clerici. La famiglia Clerici di Cavenago, infatti, pur vantando collegamenti con la stirpe omonima di Lomazzo, è citata con precisione nei documenti della Parrocchia di Copreno come oriunda dal vicino borgo d’Asnago.

Famiglia nobile, appare, sin dalle origini, indissolubilmente legata ad altre due famiglie aristocratiche della zona, i Porro d’Asnago e Copreno ed i Carcano di Bregnano; proprio dall’alleanza con questi due casati nasce la Clerici Carcano Porro, società bancaria che si occupa del recupero dei crediti verso quelle famiglie della zona fortemente indebitate con gli industriali della lana e delle sete.

Sempre nell’iscrizione appesa all’interno della chiesetta, si legge che, unitamente all’edificazione della Chiesa dell’Immacolata, il generale Clerici legò sette Sante Messe “con l’elemosina di L 5 cadauna da celebrarsi nelle feste della Madonna, una per festa”. A tali legati è presumibilmente da farsi risalire la celebrazione della festa della Madonna e la devozione verso questa chiesetta che è progressivamente cresciuta all’interno del rione Mambruck.

La chiesetta, infatti, è divenuta, a poco a poco, un punto di richiamo per i fedeli non solo rovellaschesi ma anche dei paesi limitrofi, che ivi potevano trovare raccoglimento e silenzio per una preghiera alla Madonna.

Così, la ricorrenza della festa settembrina della Chiesetta dell’Immacolata ha cominciato a divenire una tradizione spontanea, tramandata, per consuetudine, da genitori in figli, momento di ritrovo e di aggregazione sociale, di congiuntura tra sacro e profano: un’occasione per divertirsi e, soprattutto, per pregare assieme.

Progressivamente, dunque, il profilo organizzativo della festa è andato evolvendosi per rispondere alle mutate esigenze. Se, infatti, nell’epoca successiva a Seconda Guerra Mondiale e per tutti gli Anni Sessanta e Settanta, la festa settembrina della Madonna e del Cantun Mambruck era caratterizzata dall’«incanto dei canestri» – merce offerta alla popolazione stessa di Rovellasca dai negozianti e raccolta dagli abitanti nel rione Mambruck, che veniva messa all’asta e venduta al miglior offerente al fine di destinare il ricavato alla conservazione della Chiesa dell’Immacolata – a partire dagli Anni Ottanta, l’impianto organizzativo si è fatto più laborioso.

I più attivi abitanti del Cantun Mambruck, infatti, hanno costituito un’associazione di volontari che, puntualmente, si ritrova per delineare il programma della festa e per occuparsi della relativa gestione. I vecchi tavoli di legno, allineati sotto i berceau, per consentire alla gente di visionare la merce offerta all’asta e partecipare all’incanto, ed il servizio di ristorazione offerto dalle trattorie “Passeggiata” e “Vittoria” di cui, purtroppo, nulla è rimasto, sono stati sostituiti da una struttura in ferro, da tavoli fissi e da braci che offrono la degustazione di piatti locali tipici. Il tutto allietato dalla musica delle orchestre che si sono via via succedute sul palco. Inalterato, tuttavia, è lo scopo della festa: destinare il ricavato alla Chiesetta ed alla sua conservazione.

Numerosi, infatti, sono gli interventi di manutenzione e restauro eseguiti in quest’ultimo ventennio che hanno potuto essere, parzialmente o completamente, finanziati con il ricavato delle feste settembrine dell’Associazione Gruppo Cantun Mambruck. Citando gli interventi più recenti, non si possono trascurare la sostituzione del portale dell’ingresso principale, il rifacimento del tetto, la sistemazione delle campane e della torre campanaria,il restauro della statua della Madonna, il rifacimento della pavimentazione con creazione di vespaio aerato, il rifacimento dell’altare con posa di nuova mensa in marmo delicato color crema e giallo reale, formazione della predella in marmo rosso di Arzo e restauro delle balaustre antistanti l’altare e dei gradini, l’acquisto delle quattordici stazioni della Via Crucis e la sostituzione delle vetrate delle finestre.

Noioso sarebbe, poi, elencare, gli interventi di manutenzione ordinaria che richiedono esborsi economici con costanza pressoché annuale. L’impegno che la festa richiede è di non poco conto. Aspetti pratici e burocratici coinvolgono il Gruppo Cantun Mambruck, a scadenze fisse, lungo l’intero anno. Ma la sempre numerosa partecipazione della popolazione rovellaschese alla Santa Messa domenicale sul piazzale antistante la chiesa dell’Immacolata ed alla processione del lunedì sera, momento tradizionalmente conclusivo della manifestazione, unitamente alla devozione per la chiesetta ripagano di ogni sacrificio.

Alessandra Lorenzi in Bollettino Parrocchiale, settembre 2003

Le campane del Mambruck

Le campane hanno la funzione di segnare i vari momenti della vita. Sono una presenza amichevole che ci accompagnano in occasioni particolari. Le campane della chiesetta del “Cantun Mambruck” sono però mute da diversi mesi a causa di una lesione sul pilastro di una cella campanaria. Prima dell’odierno campanile ne esisteva uno più vecchio di piccole dimensioni che fu rovinato da un fulmine.

Si racconta che molti Rovellaschesi in diverso modo hanno contribuito alla riedificazione, addirittura partivano con i loro carri alla sera per raggiungere le rive del fiume Ticino per caricare la sabbia utile per la costruzione.

L’attuale campanile è datato intorno agli inizi degli anni ‘30 e dal 1940 dispone di cinque campane. Per noi abitanti del rione non sentire i rintocchi delle campane è una mancanza. Il tempo che scorre inevitabilmente deteriora la nostra chiesetta ed il suo campanile, rendendo necessario un intervento di ristrutturazione generale per conservare adeguatamente la struttura.

Gabriele Forbice in Bollettino Parrocchiale, dicembre 2005

Chiesa dell’Immacolata: analisi della situazione e ipotesi d’intervento

Finalmente i ponteggi sono montati, tra pochi mesi la nostra chiesa dell’Immacolata ci lascerà ascoltare il gioioso scampanio che segnava i momenti della festa o il più mesto saluto ai nostri cari in transito verso la meta definitiva. Ma quali lavori devono essere realizzati? Un elenco non esaustivo dei quali è il seguente:

1. RECUPERO STRUTTALE DEL PILASTRO fessurato della cella campanaria allo scopo di permettere alle nostre campane di tornare a suonare. Questo è l’intervento prioritario.

2. MANUTENZIONE STRAORDINARIA DEL GRUPPO CAMPANE con relativo ammortizzamento. Tale operazione ci permette di agire su una delle cause che originano il problema statico della torre campanaria.

3. RIFACIMENTO INTONACO ESTERNO con nuovo intonaco che permetta la traspirazione ma che contemporaneamente non faccia penetrare l’acqua meteorica nelle murature e nuova pitturazione delle facciate che riporteranno in vista le lesene della chiesa e del campanile.

4. RISTRUTTURAZIONE DELLA CROCE posta sulla sommità del campanile con verifica della tenuta dell’incastro della stessa e manutenzione delle parti in ferro.

5. RIFACIMENTO INTONACO INTERNO della Chiesa in particolare nella fascia di zoccolatura ove sono evidenti le macchie di sali di salnitro e d’umidità e rifacimento dell’intonaco interno della torre campanaria che sta lentamente staccandosi.

6. RECUPERO DEI PIANI INTERMEDI DELLA TORRE CAMPANARIA con la flatinatura ed il trattamento antitarlo dei piani in legno ed il ripristino strutturale dell’ultimo piano in cemento armato.

7. SOSTITUZIONE/RECUPERO della botola e della porta d’uscita della torre campanaria.

8. SISTEMAZIONE DELLE BOCCHE DI LUPO ESTERNE allo scopo di evitare l’ingresso dell’acqua nel vespaio del pavimento.

9. RECUPERO DEI DECORI DELLE GRONDE del campanile con eliminazione delle infiltrazioni d’acqua.

10. MANUTENZIONE DEL TETTO

Le operazioni di recupero sono in parte di tipo specialistico e dipenderanno anche in parte dalle condizioni di degrado a cui ci troveremo dover far fronte e che saranno via via evidenti man mano che la ristrutturazione procederà. Da una stima la cifra ipotizzata sfiora i 160.000 €. È evidente che una tale impegno economico non può essere affrontato senza il contributo di tutti. Lo scopo è quello di mantenere in vita questo edificio che oltre alla bellezza intrinseca, per molti rappresenta un pezzetto della nostra vita quotidiana, luogo di preghiera e della nostra tradizione.

Danilo Borella in Bollettino Parrocchiale, febbraio 2008

Cantun Mambruch

La Chiesetta dell’Immacolata dopo due mesi di chiusura dovuti all’ultimazione dei lavori di restauro è stata riaperta domenica 10 Aprile 2011. Durante questo periodo sono stati eseguiti i lavori di conservazione interna inerenti la rasatura dell’intonaco, la tinteggiatura in calce con relative decorazioni e la motorizzazione dell’apertura di una finestra laterale.

L’attuale intervento è di completamento al precedente del 2009 riguardante la parte dell’abside ed è stato sostenuto dall’Associazione Cantun Mambruch. L’interno si presenta rinnovato, le delicate colorazioni permettono alla navata di usufruire di maggiore luminosità. È stato anche deciso di alzare la posizione dei quadri di Santa Rita e di San Giovanni Bosco, per offrire più spazio e visibilità alla Via Crucis posizionata nella parte sottostante.

Le parole di apprezzamento al lavoro sono espressione di affetto di molte persone che abitualmente sostano all’interno della Chiesetta per un saluto alla Madonna Immacolata.

Gabriele Forbice in Bollettino Parrocchiale, giugno 2011

Per la Chiesetta del “Cantun Mambruck” alla Santissima Vergine Immacolata dedicata

Come asilo di pace e di preghiera
del paese a Te guarda la pia gente:
ti manda i primi raggi il sol nascente
e poi in sul morir ti bacia a sera.
Se la bufera incombe minacciosa
su case ed alberi con ombra scura,
Chiesetta, alla tua soglia ogni paura
la mente rasserena fiduciosa.
Nubi e Soli! Dell’Uomo è la sorte:
ma Tu, Vergine, a noi le bracci a piega
con il Tuo Figlio che trionfò di morte.
E il bianco campanile affida al vento,
come un’eco dell’anima che prega,
le sua voci di gioia e di lamento.

Devotamente mèmore: prof. Gaetano Vigano, Rovellasca, settembre 2002