Un tempo, fin da piccoli, a catechismo si studiavano a memoria i comandamenti: non era una brutta idea! Il limite, però, era nella loro declinazione moralistica: “non devi fare” perché è proibito e il Signore ti punisce… Tutto il discorso di alleanza tra Dio e il suo popolo veniva trascurato a tal punto che i comandamenti rimanevano una rigida normativa da osservare e non, invece, un atto d’amore di Dio a garanzia di una gioia imperitura…

Infatti, nonostante tutti conoscessimo a memoria i comandamenti non ne derivò una pratica effettiva! Alle leggi ci si abitua facilmente e, soprattutto, si trovano le scappatoie per aggirarle e fare di testa propria. Se si perde l’amore di Dio, la sua paternità, è inevitabile che tutto appare asettico e insignificante.

Questa stessa situazione è quella che Gesù contesta vigorosamente nel vangelo di oggi: «Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete». Il popolo d’Israele, pur essendo erede dell’alleanza, viveva con logiche totalmente diverse da quelle in cui diceva di credere… una vera e propria scissione fra la fede e la vita!

Che cosa fa Gesù? Cosa dice? «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere»: è necessario radere al suolo una appartenenza formale alla fede e ricostruire un rapporto nuovo e vitale con il Signore! Gesù distrugge il vecchio, proponendo un nuovo! Il vecchio è una religiosità impersonale, un tempio in cui Dio non c’è più; il nuovo è una relazione personale con Dio che si fa carne!

Nel nostro itinerario quaresimale, questa domenica, siamo invitati a rifuggire da una pratica religiosa della fede a favore di un coinvolgimento di tutto noi stessi nella storia d’amore che Dio ha iniziato con noi e che mai finirà!

Buona domenica