Nel mondo dello spirituale sempre più prende piede il “fai-da-te”… ognuno si ritiene arbitro unico e insindacabile del proprio pensiero su Dio e sulla vita dello spirito. Sembra che una logica e dei criteri specifici siano improponibili e insostenibili… È fuori dubbio che ognuno vive la propria risposta a Dio secondo le modalità del carattere personale, del temperamento, della cultura… Ma non si può pensare che la Parola di Dio possa attenere al proprio personale punto di vista! Se Dio parla, inevitabilmente, parla in una determinata maniera e su questa Parola non sono sostenibili interpretazioni creative e solitarie! Su questo principio la Chiesa apostolica fu tassativa: se l’approccio e il cammino di conversione a Cristo poteva avere percorsi e strade diversificate, sul contenuto del Vangelo non si davano spazi di autonomia! Nel momento in cui, nelle nuove comunità di Antiochia stavano nascendo pensieri e posizioni diverse sulla Parola di Gesù, gli Apostoli non esitarono a sedare le libere iniziative e riproporre con chiarezza il contenuto della fede: «gli apostoli e agli anziani, con tutta la Chiesa, parve bene di scegliere alcuni di loro e di inviarli ad Antiòchia insieme a Paolo e Barnaba». Sulla rivelazione non si danno interpretazioni: o si è cattolici o non c’è rivelazione! Buona giornata