Se uno ha fede, è scontato che sia sempre felice e allegro? A volte, qualcuno mi confessa che gli sembra di mancare di fede quando si sente triste e abbattuto… Sicuramente, molto spesso, la tristezza deriva da questioni marginali che hanno a che fare con semplici fatiche congiunturali alla vita: in questo caso, direi proprio che è peccato! in alcuni momenti, tuttavia, l’abbattimento è motivato: ci sono, effettivamente, delle situazioni di fatica tali da non dar tregua alla preoccupazione e all’amarezza. Pertanto: quando siamo affannati dalla tristezza è bene che facciamo un bel discernimento e ci chiediamo con verità se le motivazioni siano autentiche oppure fantomatiche! Tanta tristezza è pura vanagloria… Sta di fatto che Paolo nella sua Lettera ai Romani attesta un tempo di grande fatica e sconforto: «ho nel cuore un grande dolore e una sofferenza  continua». Sottolinea pure: «Dico la verità in Cristo». Si tratta, quindi, non di un malessere emotivo ma di un dramma esistenziale: Paolo è sofferente a causa della durezza di cuore dei suoi fratelli ebrei… è angosciato per la loro perdizione… La sua ansia è dettata dalla loro chiusura all’accoglienza delle promesse di Dio divenute sì in Gesù Cristo! La dispersione di tanti fratelli e sorelle non passa indifferente nel cuore di chi ama… la tristezza vera non è per sè, ma per gli altri… Buona giornata