Pietro, dopo essere passato nel crogiolo di un pianto amaro, pentito per il plateale rinnegamento di Gesù, confermato alla guida della Chiesa dal Risorto sulle rive del lago di Tiberiade, proclama senza alcuna esitazione il Vangelo della vittoria del Cristo sulla morte. È evidente che anche Pietro è risorto con Gesù! Non è più quello di prima, lo Spirito lo ha ridefinito: è un uomo nuovo! Mi piace sottolineare una sottile distinzione di linguaggio che emerge dal discorso di Pietro nella pagina degli Atti degli Apostoli: della folla dice «voi sapete» e del gruppo dei Dodici afferma «noi testimoniamo» . Un conto è conoscere gli avvenimenti, possedere una registrazione puntuale dei fatti storici… un conto è riconoscere gli avvenimenti, possedere una lettura spirituale che coglie il senso della storia! I Dodici non parlano più di Gesù ma testimoniano Gesù: la loro vita è una rifrazione del modo di essere del Figlio di Dio! A partire dalla risurrezione leggono la loro vita come un dono da offrire al Padre a cui tutto è destinato a ritornare. Pietro mette in risalto che tale privilegio è riservato «a noi che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti» . la testimonianza della risurrezione non appartiene a tutti indiscriminatamente, quasi per natura! la testimonianza scaturisce dall’assiduità nel “mangiare e bere” in compagnia del Risorto, istruiti ed illuminati dalla sua Parola. I dodici non hanno paura a mettere in risalto come anche tra di loro ci fosse una capacità di riconoscimento della verità diversificata: Giovanni, ad esempio, era più avanti di Pietro… Entrando nel sepolcro videro le stesse cose, ma egli «vide e credette» ! È questa luce che trasforma la religione in fede… se non ce l’abbiamo ancora, chiediamola! Buona Pasqua