In confessionale mi capita spesso di sentir dire dai penitenti: sono un peccatore però non saprei esattamente che cosa confessare. A questo livello potremmo dire che quanto ci dice Giovanni nella sua Lettera è rispettato: «Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi». Il problema è che, nella maggior parte dei casi, la convinzione è che i propri peccati sono poca cosa rispetto a quelli che commettono certuni! È un criterio che non possiamo accettare: ciò che noi facciamo difformemente alla verità – fosse anche una piccola mancanza – va riconosciuto e chiamato per nome! Avere una giusta coscienza del proprio male è il primo passo della conversione… non tanto perché così possiamo impegnarci per cambiare e operare dei miglioramenti, quanto perché ci dispone ad una accoglienza misericordiosa nei confronti degli altri! Chi relativizza troppo facilmente le proprie mancanze non riuscirà mai a riconoscere la larghezza del perdono di Dio! Penserà che tutto quello che fa è scusabile fino a ritenersi un giusto… niente di più antievangelico! Non posso finire di ringraziare il Signore per avermi dato una consapevolezza così chiara del mio peccato da ritenere i peccati dei miei fratelli sempre più scusabili dei miei! Che grande notizia la misericordia quando ci tocca il cuore… Buona giornata