Tutti pregano! Ebrei, cristiani, mussulmani, buddisti, induisti, animisti… tutti pregano. Ma pregano tutti alla stessa maniera? Al di là delle forme, delle lingue, dei riti: l’atteggiamento del cuore è lo stesso? C’è un dato fondamentale: l’uomo prega, cioè si rapporta con il mistero, persino l’agnostico, interrogandosi, prega… di fronte alla complessità della vita o ci si affida, o si impreca o si sospende il pensiero! Potremmo dire che tutto questo è preghiera… Però, Gesù, quando fu interrogato dai discepoli sul come pregare definì un contorno alla preghiera cristiana per distinguerla radicalmente dalle altre forme di preghiera: insegnò loro a dire “Abbà, Padre…”. Attenzione: sappiamo benissimo che nessuno di noi è nato da Dio! Pertanto, sarebbe ridicolo se pensassimo di chiamare Dio “padre” senza averne le legittime credenziali… tant’è che solo Gesù può effettivamente rivolgersi a Dio chiamandolo Padre: Lui solo è il Figlio! Ma qual è il dono spropositato che Gesù fa a noi suoi discepoli: lo leggiamo oggi nel Vangelo «In verità, in verità io vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà». Gesù ci permette di pregare “nel suo nome”! Consegna a noi la sua identità affinché il Padre, in noi senta la voce stessa del Figlio… per questo ogni cosa che chiediamo da figli il Padre non mancherà di regalarcela! Buona giornata