Oggi i bambini sono quasi idolatrati. Essendo così pochi, inevitabilmente, catalizzano l’attenzione di tutta la famiglia: dai genitori ai nonni, dagli zii agli amici… tutto ruota attorno ai bambini! Al tempo di Gesù – ma anche fino a qualche decennio fa – i bambini erano pochissimo considerati: il mondo girava attorno agli adulti… i bambini crescevano pressoché allo stato brado! É comprendendo questo contesto che è possibile decifrare le parole di Gesù: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato». Gesù si riconosce nello scarto dell’infanzia, nella marginalità della loro condizione… Nessuno si sognava, al tempo di Gesù, di ascoltare un bambino, di chiedergli un parere su qualcosa, di dedicarsi alla sua causa! Accogliere Gesù è fare una scelta controcorrente: è dare spessore a uno che non ha alcun peso nella società perché non ha potere, perché non ha voce, perché non ha forza… Gesù può contare solo nel momento in cui qualcuno gli fa spazio, gli concede di emergere dalla marginalità… Il peso, il valore, la grazia, che si trovano in Gesù si attivano solo nel momento in cui qualcuno le prende sul serio e le abbraccia. Quanto è importante – sempre – il gioco della nostra libertà… Non solo: Gesù assicura che abbracciando Lui, accogliendo la sua persona, si accoglie Dio stesso! Nella fragilità e nella debolezza di Gesù si nasconde una ricchezza impressionante! Di più: in ogni uomo che ci appare povero e senza importanza è possibile trovare un tesoro oltre ogni aspettativa… Solo chi ha occhi nuovi e cuore convertito può comprendere questa verità!