Gesù, fino a questo punto del Vangelo, non ha raccolto che considerazioni poco galanti: i parenti lo hanno dichiarato “fuori di sè“, i farisei l’hanno definito “indemoniato“, gli scribi hanno insinuato che “costui bestemmia” e gli erodiani lo vogliono far fuori. Direi che la fama di Gesù non è particolarmente promettente. Nonostante questo, Gesù continua ad insegnare. E la folla lo segue. La contrarietà è il destino del bene, così come le intemperie sono i pericoli del seme: guai se un contadino smette di seminare pensando ai pericoli che può incontrare il seme! Non raccoglierebbe mai nulla… occorre correre il rischio della contraddizione, della opposizione, dell’indifferenza! È da questa considerazione che scaturisce la parabola del seminatore. Una parabola ricca di speranza dentro un contesto di oggettiva disperazione: Gesù insegna a osservare sempre la foresta che cresce rispetto all’albero che cade! Del resto la semina, proprio nella sua condizione, è un assurdo! Il grano che viene gettato a terra è grano da mangiare! Per seminare un grande campo ci vogliono quintali di grano… e da quel grano si potrebbero ricavare farina e pane… perchè tanto spreco? Ma è così: è nella vita donata alla maniera di Gesù che si vedono i frutti! Se la si conserva, tutto rimane tristemente sterile… Buona giornata