La contrarietà fa parte della vita. Nelle nostre relazioni avremo sempre qualcuno che la pensa diversamente da noi. Non è detto che abbia certamente torto: magari, la ragione sta effettivamente dalla sua parte e noi non siamo in grado di coglierla. Lo stile cristiano nella gestione della contrarietà ha il carattere dell’ascolto e della pazienza: Gesù non ci ha insegnato ad insistere laddove qualcuno manifesta parere opposto. Una volta detto il proprio pensiero e data la propria testimonianza è giusto andare oltre. Non nel senso di disinteresse e di disprezzo ma nel senso di disponibilità a lasciare all’altro il legittimo percorso della libertà. A volte la contrarietà si manifesta come vero e proprio contrasto e opposizione, proprio come racconta san Paolo: «Alessandro, il fabbro, mi ha procurato molti danni: il Signore gli renderà secondo le sue opere». Come reagisce Paolo? rimponendo la causa in Dio! Lasciamo al mondo l’ambizione ad avere la ragione a tutti i costi: meglio passare per deboli e perdenti che per arroganti e prepotenti! Forse, a volte, capita che ci scaldiamo troppo per ottenere un consenso il più allargato possibile: non sembra questo quello che il Signore ci chiede! A noi il semplice mandato ad avviare percorsi! A Dio il compimento! Buona giornata