L’intellighenzia dominante ritiene che pregare sia una pratica sostanzialmente inutile. Qualcuno arriva a riconoscerne un carattere pacificante a livello psicologico perché da una sensazione di sicurezza e di protezione… Ma in sé la preghiera è un oggettivo perditempo! Che, poi, ci siano fior fiore di persone che attestano miracoli corporali e spirituali in forza della preghiera non c’entra nulla: in questo caso, il metodo sperimentale non ha nessun tipo di applicazione! Ma va bene così: alla fine, a Dio non interessa avere consenso… a Dio piace rimanere nel nascondimento! Per scelta, per statuto! Nella realtà, chi prega constata la forza e il potere salvifico propri della preghiera. È chiaro che è importante riconoscere alla preghiera la sua vera identità: si può anche pregare male! Gesù lo ricorda ai suoi discepoli: “Non fate come i pagani”: «Pregando, non sprecate parole». Il rischio più grande in cui possiamo ricorrere più alle labbra che al cuore! Più alle cose che diciamo noi rispetto a quelle che dice Dio! L’esagerata centratura su di sé toglie spazio all’irruzione personale di Dio! La grandezza della preghiera, la sua efficacia sta nell’opera di Dio, non nella nostra! A volte siamo così preoccupati delle parole da dire da non prestare minimamente attenzione all’opera di Dio! Vigiliamo… Buona giornata

 

p.s. Una preghiera per Francesco per il quale celebriamo oggi il funerale