Forse, nella formazione, nel corso di questi anni, si è insistito troppo sul valore della famiglia e meno su quello della coppia: certamente abbiamo sbagliato! Il vero snodo della solidità di una famiglia è tutto nella tenuta della coppia: se il marito e la moglie sono una cosa sola, chi è generato cresce davvero libero, altrimenti diventa possesso!
È sotto gli occhi di tutti l’idolatria di cui sono oggetto i figli… mamme e papà proni ad ogni richiesta affinchè ogni bisogno e ogni desiderio possa essere esaudito… spesso, in modo particolare nel caso della separazione, in una vera e propria contesa tra padre e madre in funzione di una egemonia affettiva.
Poi, si vedono figli, soprattutto maschi, incapaci di scelte, annodati dentro le reti di madri possessive e accomodanti… non ci si sposa più perché non ci si sa staccare dalla propria famiglia! Il fatto è che lo scopo della coppia non è fare dei figli che facciano da corona ma per prendere il largo, amare e generare vita.
Vorrei vedere quante mamme sarebbero disposte ad affermare quanto dice Anna nella pagina del libro del profeta Samuele che leggiamo oggi: «Per questo fanciullo ho pregato e il Signore mi ha concesso la grazia che gli ho richiesto. Anch’io lascio che il Signore lo richieda: per tutti i giorni della sua vita egli è richiesto per il Signore».
La famiglia è un luogo di passaggio: la coppia di sposi che l’ha costituita rimane, ciò che è generato deve partire. Anche la vicenda di Gesù, ritrovato presso i dottori nel Tempio, ci racconta di un figlio che reclama la propria autonomia… Certo, è giovane, ha bisogno di imparare ancora qualcosa! Infatti, non si parla di un ritorno da figlio protetto e coccolato ma di figlio sottomesso! Genitori educatori, non amanti!
Riflettiamoci