Ieri ho letto questo titolo all’articolo di un giornale: “Coronavirus, dal Papa via libera alle confessioni individuali: «Parlate direttamente con Dio»”. Alcune persone mi hanno chiesto pareri al riguardo: anzitutto, devo dire che da sempre è chiesto al cristiano di parlare direttamente a Dio chiedendo perdono dei propri peccati! L’esame di coscienza serale fa parte di questo colloquio con Dio dove chiediamo di essere guariti laddove siamo induriti nel male… direi che questo è il passaggio previo di ogni confessione sacramentale! Alla stessa stregua: si può e si deve continuamente cercare la comunione personale con il Signore, poi, però, si desidera la comunione sacramentale! L’una non esclude mai l’altra: entrambe sono assolutamente necessarie! La cosa che più mi fa pensare è l’esultanza dei media che sembrano illuminarsi non appena l’individuocentrismo prende il sopravvento… ognuno per sé, senza bisogno dell’altro… I Sacramenti non sono atti magici, sono eventi ecclesiali, dove da membra dello stesso corpo ci prendiamo cura gli uni degli altri! Il prete che si mette a disposizione al confessionale non ha il ruolo del giudice che è chiamato a comminare la pena in forza dei reati commessi… è piuttosto il medico che visita le colpe dei fratelli e suggerisce la cura e dona l’amore misericordioso di Dio… Chi ha esperienza di fede, in questo tempo, si confessa da solo davanti a Dio, ma non vede l’ora di farlo nella Chiesa per sentire l’abbraccio tenero della misericordia. Buona giornata