Ieri il Signore ci invitava a vegliare. Oggi ce ne spiega la ragione. La comunità cui Matteo si rivolge, la sua, è composta prevalentemente da ebrei rimasti travolti dalla distruzione di Gerusalemme e del tempio. Un evento talmente drammatico da avere gettato nello sconforto anche la comunità cristiana. E Matteo li incoraggia riprendendo le parole del Signore Gesù e li invita a vegliare come le amiche della sposa attendono lo sposo che viene nel cuore della notte. Anche per noi lo sposo tornerà! È venuto nella storia, non fa mancare la sua presenza nella nostra vita di ogni giorno grazie al Suo Spirito ma verrà poi nella gloria per ricapitolare tutte le cose, come dice san Paolo. Tornerà e noi siamo chiamati a vegliare, a vigilare, ad aspettarlo con fiducia. Proviamo a chiederci sinceramente: io ci credo  a questo ritorno? Aspetto davvero il ritorno glorioso del Signore nella pienezza dei tempi? I discepoli e quindi noi siamo chiamati a fare dell’attesa una delle nostre caratteristiche principali. Ma un’attesa operosa, che veglia, che agisce. Che sa mettere da parte ogni giorno un po’ di olio per essere pronti al ritorno dello sposo. Il rischio di assopirsi però è sempre presente, vegliamo allora nella gioia operosa aspettando il ritorno dello sposo…buona giornata, don Michele