Non c’è Pasqua senza deserto: così è stato per il popolo d’Israele e così è stato per Gesù. La parola “pasqua” significa passaggio: c’è un cammino da percorrere, necessariamente, per entrare nella “terra” di Dio. E c’è sempre qualcuno che ostacola questo passaggio: per Israele è stato il faraone, per Gesù il diavolo. La tentazione si manifesta come un essere trattenuti dal partire, dal mettersi in cammino, dall’intraprendere una strada nuova indicata da Dio. La Quaresima è la proposta liturgica per raggiungere la Pasqua: è un tempo prezioso, un tempo di grazia, dove si intensifica l’invito a non impigrirsi dentro una vita mediocre ma a prendere sul serio l’invito alla conversione. È bene che si comprenda che la conversione non deve essere concepita in maniera moralistica, nel senso di diventare più buoni e più bravi… la conversione consiste nell’accogliere l’azione salvifica di Dio nei nostri confronti! Tant’è che la Pasqua non sarà mai un nostro risultato, una nostra conquista ma la sorprendente azione salvifica di Dio: per Israele la liberazione dalla schiavitù d’Egitto e per Gesù la sconfitta della morte! Sia Israele che Gesù hanno “semplicemente” accettato di lasciarsi guidare totalmente dalla Parola di Dio! È così che nella Quaresima la proposta più importante riguarda la disponibilità ad ascoltare con più docilità e con più distensione la Parola di Dio… Senza ascolto non c’è storia d’amore! Un tempo, per dire che due persone si erano fidanzate, si diceva “si parlano”… Ecco: il tempo della Quaresima deve essere il tempo del fidanzamento, del parlarsi a cuore a cuore, per giungere al matrimonio, all’alleanza eterna con Gesù, nel momento in cui, sulla croce, ci dona il suo Corpo, così da diventare una carne sola!  Buona quaresima