Il mese di novembre è comunemente definito “mese dei morti”: è consuetudine, infatti, fare visita ai propri defunti nei cimiteri per celebrarne la memoria e mostrare loro gratitudine. Per la verità, le nuove generazioni sempre meno mostrano interesse per questa usanza… ben più sentita è la festa di halloween… ma non è il caso di polemizzare… La domanda che ci dobbiamo porre è questa: cosa è accaduto affinché negli anni si sia, via via, affievolita la memoria dei defunti? Non è che la generazione adulta non sia riuscita a tramandare una fede solida nella risurrezione? Rimanendo la semplice ritualità di fori e ceri da portare per semplice consuetudine e per non sfigurare davanti agli altri, i giovani hanno certamente ritenuto opportuno tagliare nettamente… Se la vita è solo quella connotata dal respiro e dalla performance fisica è chiaro che una volta terminato il respiro non ha più senso, non ha più identità! Il nodo è legato al riconoscimento di Colui che è l’anima della vita! San Paolo, con una nitidezza impressionante, scrive: «Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo del Signore». Se la vita tutta è espressione  di Dio è chiaro che non c’è una fine della vita e chi è nella tomba è ancora vivo in Dio! Non si ricordano, pertanto i morti, ma i vivi passati attraverso la morte… tutt’altra cosa! Buona giornata