Quando si pensa a Dio si immagina qualcosa di immateriale, impalpabile, misterioso, enigmatico, stupefacente, miracoloso, potremmo continuare ad aggiungere espressioni fino alla noia ma, certamente, continueremmo ad usare termini che indicano altro dall’ordinario! Per questo motivo il cristianesimo continua ad essere avversato: perché ha la pretesa di raccontare qualcosa di concreto, di reale, di palpabile, di sperimentabile, di avvicinabile… presenta in Gesù l’umanità di Dio! Questo aspetto è chiarissimamente evidenziato dall’episodio narrato dall’evangelista Marco della visita di Gesù nella sinagoga di casa: Gesù lascia tutti a bocca aperta ma non può essere un uomo di Dio!  «Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Certamente sì, proprio questa familiarità con il genere umano ne fa una novità strabiliante! Se Dio è in Gesù, significa che l’umano è in grado di parlare di Dio! Nell’umano ci giochiamo la nostra filialità divina! La chiusura di fede dei compaesani di Gesù preclude loro di vedere i suoi miracoli… Solo occhi che accettano di guardare la realtà e riconoscere il rivelarsi di Dio potranno contemplare le grani cose che Dio ogni giorno compie a servizio dell’uomo! Dio si è fatto carne! Buona domenica