Sono sempre più persuaso che, nonostante i duemila anni di annuncio del Vangelo, la maggioranza degli uomini – anche dei cristiani – conserva un cuore con un sentire pagano. Sia ben chiaro che non intendo pontificare come se io ne fossi totalmente escluso… È incredibile vedere come istintivamente siamo portati a considerare Dio come un padrone e non come un Padre e noi come servi piuttosto che figli! Lasciamo perdere quello che diciamo con le parole: dire che Dio è Padre è ormai una espressione quasi inflazionata… è il sentirlo come Padre che non riesce a decollare nel nostro intimo! Non è un caso che Gesù, nel suo discorso finale ai discepoli, non manca di sottolineare questa verità parallela: «Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi». Gesù sentiva che il rapporto che i Dodici avevano con lui era ancora dettato da uno spirito servile, quasi per rompere un equilibrio a loro favorevole… Anche in questo tempo di pandemia mi sono chiesto: come ci siamo rivolti al Dio? Come abbiamo avvertito la sua presenza? Come ci siamo abbandonati alla sua cura? Pensiamoci… Buona giornata

 

p.s. Preghiamo per Cosima che oggi consegniamo all’amore misericordioso del Padre