«Osèa il re d’Assiria occupò Samarìa, deportò gli Israeliti in Assiria… ciò avvenne perché gli Israeliti avevano peccato contro il Signore, loro Dio». La sapienza ebraica ci ha insegnato a leggere la storia non come un caso ma come un’opera di Dio. Niente di  ciò che avviene è insensato. Israele sa riconoscere che quando disobbedisce ai comandi del Signore si pone in una condizione di precarietà! I comandi del Signore non sono gittate estemporanee di una entità indistinta ma di un Padre che ha a cuore i suoi figli… pertanto, ogni trasgressione si contraddistingue come fuga dall’amore e dal bene! Quando l’uomo fa esperienza di male non è un caso ma è segno di un allontanamento dalla volontà di Dio… Anche oggi, nonostante una totale incapacità di leggere gli eventi in questa chiave, è evidente che il malessere è motivato da una deriva atea e indifferente alla volontà di Dio! È inutile che ci si pianga addosso: tutto il male ci cui siamo vittime non è una punizione ma una conseguenza! Sarebbe bello se lo riconoscessimo… Stiamo sperimentando l’esilio! Siamo tanto lontani dalla pienezza che Dio ha pensato per noi… Rimettiamoci in cammino: chissà che cosa ha in serbo il Signore per noi! Buona giornata