DIO DONA GRATIS

Naaman, un comandante dell’esercito degli aramei, ricchissimo… eppure malato di lebbra. Non c’è nessuna cura che lo guarisca. Viene a sapere di Eliseo, potente profeta di Dio: decide di andare da lui, di giocare questa carta. Gli va incontro forte dei suoi beni, come se la vita si potesse comperare: «Partì dunque, prendendo con sé dieci talenti d’argento, seimila sicli d’oro e dieci mute di abiti». Eliseo lo aspetta a casa. Non gli va nemmeno incontro: gli manda un servo e lo invita ad andare a bagnarsi nel Giordano. Eliseo non è interessato ad ottenere gloria e ricchezza: a lui preme manifestare semplicemente la grandezza e la potenza del Dio di Israele. A guarire non è Eliseo, dietro compenso, ma il Signore per semplice grazia! Naaman non vorrebbe obbedire alla richiesta dell’immersione nel Giordano: troppo poco, troppo banale, troppo feriale! Si tratta sostanzialmente di un rito: Dio può sanare anche senza ritualità, ma la ritualità è la modalità attraverso la quale, normalmente, Dio manifesta la sua grazia! Naaman. alla fine, cede al rito e fa l’esperienza della salvezza! È un avvenimento che si compie gratuitamente e Naaman ne è meravigliato… Così agisce il Dio d’Israele ancora oggi: non poniamo ostacoli alla sua azione! Bona giornata

UN DIO ATTENTO E PREMUROSO

Qual è il pensiero che, a volte, assilla il nostro cuore? Il sospetto che Dio non esista o, se esiste, che non si interessa minimamente del nostro destino! Questo pensiero ci assale, in modo particolare, nei momenti di prova, quando auspicheremmo un intervento diretto di Dio per la risoluzione di un nostro problema e Dio sembra totalmente indifferente… penso anche in questa guerra in Ucraina…

Sì, a noi piacerebbe tanto un Dio interventista, risolutore impeccabile dei nostri problemi. Lo vorremmo proprio come esecutore obbediente delle nostre precise volontà… non che faccia il bene in sé, ma il nostro bene! E pure dentro i tempi da noi prestabiliti! Ma Dio non è un burattino e nemmeno un burattinaio…

Nella prima lettura di questa domenica il libro dell’Esodo racconta il giorno nel quale JHWH si è presentato a Mosè nell’immagine del roveto che arde senza consumarsi. Così esordisce JHWH: «Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido: conosco le sue sofferenze». Altro che indifferenza…

E come si identifica JHWH? «Io sono colui che sono!». Cioè? Io sono quello che c’è! C’è sempre! È sempre presente nella vita degli uomini. Non si chiama fuori, mai! Tant’è che in Gesù, proprio questa verità è stata esplicitata con assoluta chiarezza: la sua umanità ha mostrato in maniera evidente che tutto ciò che vive l’uomo è parte integrante della vita divina.

È così che appare chiaro anche il messaggio della parabola del padrone della vigna che parla con il vignaiolo e gli ordina di tagliare l’albero di fico infruttuoso: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”». Occorre pazienza per vedere l’opera di Dio: chi ce l’ha vedrà le grandi cose di Dio!

L’ORDINARIO OBBEDIRE

San Giuseppe: dalla serie “quando non è la nomenclatura a fare la storia”. Sì, un uomo della periferia, con un lavoro umilissimo, senza alcuna fama particolare, ma che con la serietà e l’onestà personale si trova ad essere crocevia dell’opera salvifica di Dio! San Giuseppe è un segno di speranza enorme: quando tutto sembra andare a rotoli perchè chi comanda non fa altro che combinare guai, Dio sa suscitare uomini che, nel silenzio, mettono in piedi una rivoluzione in grado di cambiare le sorti del mondo intero! La guerra in Ucraina ci sta facendo trattenere il respiro… non sappiamo fin dove possa arrivare tutto questo disastro di morte e di distruzione… Una cosa ci suggerisce san Giuseppe: “occupati di fare bene e con cura il tuo dovere ordinario di figlio di Dio, anche quando nessuno ti guarda, nessuno ti considera… è lo sguardo di Dio che conta! È Lui che fa fiorire il deserto e apre strade dove tutto appare sbarrato!”… «Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore»: ecco come si compie la Grazia! Dentro l’ordinario obbedire avviene che ci si trova ad obbedire anche ad un compito che sembra tanto spropositato e che, invece, ha già in sè tutto il compimento! Buona giornata

CHI È PADRONE DELLA VIGNA?

Papa Benedetto, prendendo la parola appena eletto, affacciandosi dalla loggia della Basilica di San Pietro, disse: “Sono solo un umile servitore nella vigna del Signore”. Un’espressione evangelica certamente ispirata dallo Spirito santo! Chiunque viva la propria vita secondo Dio non può che avvertire il proprio compito come un servizio, mai un possesso! Quando un credente pensa di poter esercitare una qualche egemonia su qualcosa è certamente male ispirato… La vigna è del Signore! È Lui che l’ha piantata, è Lui che l’ha irrigata, è Lui che l’ha fatta crescere! Per grande generosità e stima verso l’uomo ha pensato di affidargliela perchè ne prendesse cura… ma, guarda caso, l’uomo non ci ha pensato due volte: ha subito cercato di appropriarsene! Tutte le guerre partono da questa presunzione: la vigna è mia e nessuno può entrarvi… è il possesso morboso che alimenta gli attriti e le contrapposizioni! Papa Benedetto ha detto quelle parole ma ha poi agito in quello stesso spirito: ha rassegnato le dimissioni esprimendo la sua relatività rispetto all’opera di Dio! Nessuna ambizione, nessun attaccamento al ruolo: la vigna è di Dio e Lui solo ne è il padrone! Chi è padrone dell’Ucraina? Chi della Russia? Perchè tanto odio e tanto dolore… Buona giornata

I POVERI SALVANO I RICCHI

Chi non conosce la parabola del ricco che ogni giorno banchetta lautamente e dal cui tavolo cadono le briciole che diventano il cibo di cui si sazia il povero Lazzaro. Il ricco non si accorge nemmeno della presenza di Lazzaro: è talmente intento a mangiare che non si accorge di ciò che gli capita attorno. Non è un cattivo, è semplicemente un indifferente: apposto lui, apposto il mondo. La parabola intende svegliare la coscienza di chi si accontenta di star bene da solo e solo per questa vita: esiste un giudizio! Il mondo di Dio ha criteri totalmente diversi rispetto a quelli che il mondo propone: occorre tenerne conto! Non è una minaccia ma una esortazione a prendere sul serio l’importanze delle nostre scelte qui perchè hanno inevitabilmente una ricaduta sulla vita eterna. Soprattutto, il gioco della libertà ha il tempo misurato della storia, dopo di che si entra nel mondo di Dio e le leggi sono le sue: se non abbiamo imparato la legge della condivisione non sarà possibile compensare alle proprie mancanze! Chi è ricco qui può aiutare il povero, chi è povero qui può aiutare il ricco di là: i poveri sono l’investimento più sicuro per la vita eterna! buona giornata