MENO PROTAGONISTI

Mosè accompagna il popolo d’Israele per quarant’anni, con tutte le fatiche che ben conosciamo. A ridosso del compimento del cammino si sente dire da Dio: «Questa è la terra per la quale io ho giurato ad Abramo, a Isacco e a Giacobbe. Te l’ho fatta vedere con i tuoi occhi, ma tu non vi entrerai!». Impressionate! Suona ai nostri orecchi come una grave ingiustizia nei confronti di questo grande uomo che ha dato la vita per il bene del suo popolo… eppure, è bene che leggiamo con più attenzione questo evento perchè, sicuramente, c’è molto di più di quello che di primo acchito ci appare! A me sembra di capire che, in realtà, Dio non fa mancare proprio nulla a Mosè! Quello che era il suo compito l’ha svolto con cura e con fedeltà: e al Signore è bastato! Questa era la sua missione, punto! Siamo noi che crediamo di dover chiudere sempre il cerchio di tutte le nostre iniziative quasi che gli obiettivi da realizzare fossero i nostri… ma non è così! È bene che impariamo a registrare le nostre incompiutezze non come fallimenti ma come la nostra vera identità! Il nostro compito è sempre penultimo rispetto alle più complete prospettive di Dio! Riduciamo un po’ di più i nostri protagonismi… Buona giornata

PEREDERE LA VITA

«Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna». È un paradosso non indifferente: amare seriamente la propria vita non coincide con il proteggerla ma con il perderla! In un mondo come il nostro dove tutti gli sforzi vanno nella direzione della custodia del benessere personale queste parole risultano ancor più incomprensibili! Da cristiani è giusto che ci interroghiamo: che cosa ne stiamo facendo della nostra vita? Se facciamo riferimento a ciò che ha inaugurato la nostra condizione filiale, il Battesimo, abbiamo modo di riconoscere che la nostra fede inizia proprio con la morte del nostro IO e con l’accoglienza della vita nuova dello Spirito. Significa che noi siamo già morti e che la vita che viviamo è quella di Gesù! Se nelle scelte che noi poniamo in atto cerchiamo ancora il nostro IO siamo condannati a morire perchè senza Cristo in noi non c’è vita eterna! E che cosa significa concretamente morire? Significa vivere alla maniera di Gesù: ponendo come priorità il dono di sè nella consapevolezza che noi siamo custoditi dal Padre! Non c’è niente che facciamo per amore che non entri nella memoria di Dio! Gesù ce lo certifica… Buona giornata

UN REGNO DEI CIEI INCLUSIVO

«Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini… Cinque di esse erano stolte e cinque sagge». Il Regno dei cieli non è quello delle cinque vergini sagge ma di tutte e dieci le vergini. Bella questa cosa no? Siamo così abituati a fare quelli che tracciano i confini tra chi è giusto e chi no da catalogare con molta superficialità, secondo i nostri criteri, chi è degno del Regno dei cieli e chi no… ma Gesù ci mette subito a tacere! Il Regno dei cieli è di tutti! Beate quelle vergini sagge che avvedutamente si procurano dell’olio in più per essere pronte in caso di ritardo dello sposo: il loro vantaggio è entrare prontamente nelle nozze del regno. Povere quelle vergini stolte che per superficialità non hanno approvvigionato dell’olio di scorta: al tempo della visita dello sposo sono assenti e perdono il treno della gioia dell’incontro… Anche queste vergini appartengono al Regno! Nel Regno ricordano che tutti corriamo la terribile possibilità di perderci l’opportunità strepitosa della grazia! Il loro limite è un annuncio per noi! Ogni situazione della storia ha a che fare con la salvezza, niente va scartato nulla a priori… la porta si aprirà ancora, per fortuna! Buona giornata

 

p.s. Una preghiera per Maria che sazia di giorni torna alla casa del Padre

LA VERA FAME E IL VERO PANE

Se non entriamo in sintonia con il linguaggio simbolico non riusciremo mai a capire in profondità il capitolo sesto del Vangelo di Giovanni. Qual è la fame vera dell’uomo? Che cosa desidera nel profondo del suo cuore? Gesù parte dalla fame naturale che ogni uomo ha in quanto parte dell’ordine biologico: la fame di pane è segno di una fame molto più profonda… Gesù non vuole che ci accontentiamo di sfamare i bisogni più intestini ma che impariamo a riconoscere la fame di pienezza a cui il nostro cuore anela! Così il pane: i panini sono in grado di colmare la nostra fame biologica ma la nostra fame di pienezza quale pane può sfamarla? Gesù si qualifica come il Pane disceso dal cielo in grado di rispondere alle aspirazioni più vere dell’uomo! La manna doveva servire non tanto a mantenere vivo il popolo peregrinante nel deserto ma a riconoscere come Dio non abbandonasse il popolo in cammino verso la terra promessa! La folla che ha mangiato i pani e i pesci non deve seguire Gesù per sfamare i propri bisogni immediati ma deve arrivare a riconoscere che Gesù è colui nel quale cercare e trovare la via per arrivare al Padre! Questo è l’unico vero scopo della fame e del pane…arrivare al Padre! Buona domenica