I POVERI: CHIAVE DEL PARADISO

Mi fa sempre pensare molto la parabola del povero Lazzaro e del ricco epulone… c’è un tempo dove tutto sembra essere una benedizione per qualcuno e una maledizione per altri e c’è un tempo dove accade esattamente il contrario! È una semplice trovata consolatoria o è una certezza? Non sono in grado di dire esattamente a riguardo, tuttavia è evidente che il giudizio sul nostro operato non si conclude qui e ora ma coinvolge pure il futuro… tutto viene a galla! L’illusione di poterla fare franca lascia il tempo che trova! Ma una cosa in modo particolare mi colpisce di questa parabola: il ricco epulone chiama Abramo “nostro padre”. Nel senso che riconosce in Lazzaro un legame fraterno… eppure, nonostante ciò, riesce tranquillamente a passare oltre il suo bisogno! È chiaro che il richiamo di Gesù è rivolto primariamente a quelli che riconoscono la paternità di Dio: chi crede in Dio Padre non può permettersi di chiudere gli occhi e il cuore ai poveri! Immaginare di avere un posto in cielo senza aver costruito l’amicizia con un povero è pura illazione… sono i poveri che aprono la porta del Regno di Dio! Con la carità si coprono un mare di peccati… ricordiamocelo! Buona giornata

CONVERTIRE SE STESSI

 È possibile dire chi è veramente vicino a Gesù e chi non lo è? Ci sono delle caratteristiche così nitide che riescono a distinguere perfettamente chi è discepolo e chi non lo è? Fino a prova contraria erano discepoli di Gesù sia Giovanni che è giunto fin sotto la croce sia Giuda che ha tradito con un bacio nell’orto degli ulivi… solo alla fine si è potuto capire chi fosse veramente innamorato di Gesù e chi no! C’è l’opera di Uno che presiede a tutte le nostre scelte: «sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato». Questo criterio ci è molto utile per non arrogarci troppo facilmente il patentino cristiano e, al contrario, toglierlo ad altri che non riteniamo allineati alle nostre idee… Gesù insegna ai suoi discepoli ad imparare una logica, ad occuparsi unicamente di cambiare la propria vita, di convertire anzitutto il proprio cuore: «chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo». Quando avremo fatto la scelta di servire non ci porremo più il problema di chi sta in alto e di chi sta in basso… vivremo nella logica filiale e basta! Buona giornata

UN UOMO GIUSTO

Mi piacerebbe avere un po’ di notizie in più su san Giuseppe. Il Vangelo ci dice pochissimo sul suo conto. Nemmeno una parola da lui pronunciata. La qualifica che gli riconosce l’evangelista san Matteo è la giustizia: «era giusto». Che cosa vuol dire che era giusto? Non è un titolo facile da interpretare… Se analizziamo l’utilizzo di questo termine da parte di Gesù ne emerge una accezione molto negativa: erano i farisei quelli che si sentivano giusti… sappiamo come Gesù detestasse questa categoria! C’è da dire che Giuseppe è stato definito giusto, non si è ritenuto tale per definizione propria! Giusto, forse, sta per conforme al volere di Dio… provate a pensare a come gli ebrei utilizzano questo termine applicandolo alle persone che, pur appartenendo a popoli e religioni differenti, hanno saputo agire in opposizione alle ideologie antisemitiche. Giusto, quindi, come una persona che ha il cuore e la mente di Dio pur senza saperlo, quasi naturalmente! Giuseppe, in sostanza, sapeva amare! E l’ha dimostrato nelle due direzioni richieste da Gesù: amore a Dio e amore al prossimo! Ha amato Dio perché ha obbedito all’angelo… Ha amato l’uomo perché non ha abbandonato Maria in balia del giudizio della gente… Un uomo evangelico ante litteram! Buona giornata

TANTI INTERROGATIVI

Ho letto delle dichiarazioni a margine del Convegno sulla famiglia che si terrà nei prossimi giorni a Verona… da brividi: un livore, una ferocia, una cattiveria impressionanti! Faccio proprio fatica a capire il perché! Tutti quelli che hanno detto o scritto contro provengono da un padre ed una madre, sono cresciuti dentro un contesto famigliare ordinario: cosa hanno trovato di così medioevale, di retrogrado, raccapricciante, nel loro vissuto da esprimere giudizi così sprezzanti? Mi chiedo: se delle persone desiderano affermare la bellezza, la gioia, la normalità della famiglia fatta da un uomo e da una donna con dei figli perché giudicarlo antidemocratico, antistorico, razzista, fascista? È positivo, avveniristico, lungimirante, solo ciò che è alternativo? A chi da fastidio l’idea che si possa sostenere la coppia maschio e femmina e la crescita della natalità? Cioè: è davvero auspicabile una deregulation totale della grammatica famigliare dove non ci sia più genere, dove non ci sia più paternità e maternità, dove l’identità è un accessorio, dove le persone non conoscono nulla della propria origine? Mi interrogo seriamente… leggo il vangelo di oggi che mi suggerisce: «Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati». Vale per tutti! Anche per quei battezzati che si dicono “adulti” e ironizzano sulla tradizione e sulla non-negoziabilità del magistero millenario della Chiesa sulla famiglia… Buona giornata

VEDERE CON IL CUORE

Gesù si trasfigura davanti ai suoi tre discepoli prediletti: Pietro, Giacomo e Giovanni. È Lui che si trasfigura o sono i tre discepoli che lo vedono trasfigurato? Mi piace pensare che questi tre apostoli non erano i preferiti da Gesù perché più simpatici o più obbedienti ma perché erano i più capaci di riconoscere l’essere altro di Gesù. Gesù non si è illuminato a giorno come se dei fari potenti lo avessero colpito con la loro luce… Gesù si è reso splendente agli occhi e al cuore dei tre apostoli in modo tale che non c’era più alcun’ombra: il mistero della sua divino-umanità si era resa evidente perché la potessero comprendere appieno! È proprio così: Gesù lo si può conoscere soltanto con un cuore innamorato, appassionato, affascinato… chi pensa di comprendere Gesù semplicemente seguendo dei documentari o leggendo libri sulla sua identità non arriverà mai al cuore della sua persona! Provate a prendere un foglio di carta e accartocciatelo in modo tale da farne una sorta di scultura. Illuminate la scultura con una luce dall’esterno: noterete tante ombre così come anche tanti difetti. Provate a inserire la luce all’interno della scultura: vedrete che non c’è più alcun’ombra e tutto apparirà estremamente armonico. Questo è il mistero della Trasfigurazione: al termine del cammino quaresimale, nella celebrazione del Triduo pasquale, non ci troveremo disorientati davanti al volto sfigurato di Gesù nella sua passione… non cadremo nello sconforto e nella disillusione… ma contempleremo la grandezza, la sublimità, la maestosità, la bellezza, dell’amore di Dio! Non solo: ci trasfigureremo anche noi con Lui! Capiremo il senso delle nostre passioni e delle nostre croci e persevereremo nell’offerta totale della nostra vita. Buona domenica